In Perù continuano le proteste iniziate dopo che, l’ormai destituito presidente Castillo, ha tentato un colpo di Stato, che oltre ad essere fallito lo ha condotto successivamente in carcere. Il popolo però non ha accettato la cosa e numerosissimi sostenitori dell’ex presidente si sono riversati in strada per chiedere nuove elezioni alla scarcerazione immediata del politico.
Nonostante il tentato golpe che, inizialmente, è stato malvisto anche dagli stessi sostenitori di Castillo, ha poi preso tutta un’altra piega, dopo che sono emerse ipotesi che minavano l’autenticità e soprattutto la reale volontà di Castillo di fare il discorso televisivo, che ha poi portato al suo arresto.
Pedro Castillo, mercoledì 7 dicembre, avrebbe dovuto affrontare una mozione di sfiducia, avanzata dal governo peruviano, ma, soltanto qualche ora prima, ha deciso di fare un discorso pubblico in tv dove ha sciolto le Camere e chiesto un governo d’emergenza. Questa azione è stata ritenuta altamente anticostituzionale anche dai ministri che affiancavano Castillo, nel suo percorso come presidente ed ha così tentato la fuga verso l’ambasciata messicana a Lima. Il popolo però ha notato la macchina di Castillo con a bordo la sua famiglia e, nei pressi dell’Avenida Espana, è stato bloccato fino al momento in cui non sono arrivate le forze dell’ordine che lo hanno arrestato.
La notizia ha gettato il Perù nel caos e le strade di Lima si sono immediatamente riempite di manifestanti che esprimevano il loro malcontento, dato che il paese è già fortemente sotto pressione a seguito della crisi sopravvenuta nel post pandemia da COVID-19 e anche dopo gli esiti della guerra in Ucraina.
Castillo ha un seguito di sostenitori provenienti dalle zone andine, ma anche estrema riconoscenza dalla parte della popolazione lavoratrice e che vede, nell’ex insegnante rurale ed ex sindacalista il proprio riflesso. Dopo un primo momento di esitazione, il popolo ha deciso per la maggior parte di chiedere elezioni anticipate e questo soprattutto, dopo l’entrata in vigore della nuova presidente Boularte, che non è ben vista dal popolo dopo aver assunto la carica dell’ex presidente destituito. I sostenitori hanno chiesto dapprima la scarcerazione di Castillo ma la Corte Suprema ha ritenuto che la possibilità di fuga dell’ex capo di Stato fosse ancora un fatto concreto e ancora attuabile e pertanto lo ha tenuto in carcere.
Ma ciò che ha smosso del tutto le acque peruviane e il popolo peruviano è stato l’arrivo della condanna a 18 mesi di reclusione per l’ex presidente. Questo ha provocato ancora più proteste e tumulti in tutte le zone del Perù e numerosissimi blocchi stradali.
Gli stessi blocchi stradali che hanno costretto le quattro italiane a restare in Perù nonostante volessero andare in Bolivia a causa delle proteste scoppiate. Le ragazze hanno dato un quadro completo della situazione peruviana ovvero tensione crescente e malcontento generale.
Durante gli scontri sono morte almeno 25 persone che manifestavano e diverse centinaia di persone sono rimaste ferite e si tratta sia poliziotti che civili. Una situazione incandescente che è dettata soprattutto dalla volontà del popolo di avere elezioni democratiche anticipate e il prima possibile ma la risposta data da Boularte, sicuramente non è quella che avrebbe voluto la popolazione in Perù.
In questo momento in Perù ad essere in subbuglio non è soltanto la popolazione ma anche il mondo politico. Questo deriva dal fatto che diversi sostenitori di Castillo hanno realizzato che, a loro avviso, il discorso uscito dalla bocca dell’ex capo di Stato, sia stato qualcosa a cui l’uomo è stato obbligato e che altrimenti non trova una spiegazione plausibile. Ciò che emerge dai colleghi più stretti dell’ex presidente è il fatto che, nonostante ci fosse la possibilità di perdere questa volta la carica tramite la mozione di sfiducia, la mossa scelta per impedire la destituzione ovvero il tentato golpe non avrebbe che portato ad una sola ed unica soluzione ovvero il carcere e la destituzione.
Secondo i più vicini a Castillo è impossibile che il presidente abbia fatto una scelta del genere per e riuscire ad evitare la destituzione, sapendo che sarebbe andato proprio incontro a quello muovendosi come ha fatto. Senza tralasciare che per la terza volta avrebbe potuto superare senza problemi la mozione di sfiducia.
La vicepresidente Boularte ha assunto la carica di capo di Stato e molti sostenitori di Castillo credono che sia implicata nella vicenda e che il suo scopo fosse quello di assumere la carica del presidente destituito. Nonostante le ripetute richieste di dimissioni da parte dei cittadini in protesta, Boularte ha spiegato che non ha nessuna intenzione di cedere il posto che ricopre, in quanto è legittimo e non pervenuto tramite cospirazione politica.
Purtroppo è arrivata anche una notizia che per la popolazione sarà qualcosa di inaccettabile ovvero il Parlamento ha rifiutato, almeno per ora, la richiesta di elezioni anticipate. Questa decisione farà sicuramente discutere ma, nel mentre, si apprende che l’attuale presidente Boularte ha deciso venerdì di attuare un rimpasto del governo per allentare la pressione delle proteste e cercare un equilibrio per il Perù.
Nel mentre sul territorio peruviano e vicino a machu picchu sono stati tratti in salvo numerosissimi turisti bloccati in Perù nelle ultime ore. Nonostante ciò la tensione non accenna a diminuire e i conflitti tra manifestanti e polizia si fanno sempre più duri punto a tal proposito il quotidiano La Repulica ha riferito: “La maggior parte delle persone decedute erano giovani e vivevano in zone umili. Non si trattava di gente che abitava nella stessa zona o di amici. Non si conoscevano” il giornale aggiunge poi:, “ma sono morti allo stesso modo: durante le manifestazioni e gli scontri con le forze di sicurezza”.
Quanto emerge dai sondaggi più recenti che ben l’ 83% del popolo peruviano vorrebbe elezioni anticipate e quindi il rimpasto concesso da Boularte, che a meno di una settimana dalla costituzione del governo ha intenzione di cambiarlo, potrebbe non essere sufficiente a placare le acque. Ma anzi potrebbe dare un’ulteriore svolta alle proteste che risulterebbero davvero ingestibili e indomabili.
Per il popolo peruviano in protesta è arrivato anche il messaggio di Papa Francesco che chiede di andare incontro ad un popolo sofferente e che rischia di peggiorare la propria condizione già precaria, a causa del sistema politico non ottimale. Ma anche chiesto agli stessi manifestanti di evitare violenza e la sua prose che renderebbero poca giustizia alla loro causa che ha invece il nobile intento di avere finalmente un equilibrio impero e la possibilità di un futuro differente.
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