Il Perù sta attraversando un momento difficile e, nonostante lo stato di emergenza e il coprifuoco esteso a molte regioni, migliaia di persone sono in marcia verso Lima e cresce la tensione anche tra le autorità.
Il popolo peruviano sta portando avanti una protesta contro la nuova presidente Dina Boluarte, che ha assunto la carica a seguito della destituzione dell’ex capo di stato Castillo. Dopo un, quasi, tentando golpe e una grossolana fuga verso l’ambasciata messicana di Lima, è stato fermato in auto con la famiglia dai cittadini e consegnato alle forze dell’ordine. Man mano che le ore passavano la rabbia del popolo per l’atto del presidente si è trasformata e molti peruviani hanno cambiato opinione sulla questione. Non soltanto i cittadini ma anche gli stesso collaboratori stretti di Castillo hanno, inizialmente, preso le distanze dal gesto ritenuto incostituzionale e inopportuno, sopratutto per il fatto di essere completamente allo scuro, hanno poi ragionato con più calma sull’accaduto e cambiato opinione.
La presidente ha assunto la carica dato che era la vice in carica, dell’ormai ex presidente del Perù. I cittadini hanno iniziato immediatamente a protestare contro la sua nomina e sopratutto contro l’arresto di Castillo, che è poi stato condannato e si trova attualmente in carcere come da sentenza ricevuta. L’accusa è quella di “incapacità morale” ma non è stata resa pubblica nessuna dichiarazione in merito alla motivazione che ha portato il politico a compiere un simile gesto.
Il Perù ha assistito il 7 dicembre ad un evento che è destinato a segnare il futuro del Paese. Pedro Castillo, ormai ex capo di stato, ha sorpreso la nazione e i suoi stessi ministri con un inatteso discorso in diretta TV dove invocava lo scioglimento delle Camere e un governo di emergenza. Una mossa che ha gettato nel caos la politica peruviana ma, a ruota, anche la popolazione già stremata dalla crisi economica, che non accetta ulteriore instabilità e chiede sicurezza.
Dopo questa scelta Castillo ha ricevuto le dimissioni dei suoi stessi collaboratori, che hanno appreso la notizia con stupore e malcontento ma, alcuni di loro, dopo aver ragionato a freddo sull’accaduto hanno ipotizzato che il discorso possa essere stata un’imposizione o costrizione da parte di terze persone. Sembra improbabile che, nonostante Castillo, dovesse affrontare soltanto qualche ore dopo una mozione di sfiducia, abbia scelto questo epilogo ovvero il tentato colpo di stato, sapendo che l’esito sarebbe stato sicuramente catastrofico.
Per ben due volte l’ex presidente ha superato la stessa identica situazione, senza il minimo problema e mantenendo la sua carica. Questo ha cominciato a creare dubbi e ipotesi anche tra la popolazione che si è riversata nelle strade per chiedere che il leader venga rilasciato.
Ciò che chiedono a gran voce i peruviani sono elezioni immediate che la presidente non ha intenzione di attuare dato che ha già anticipato quelle previste per il 2026 ad Aprile. Boluarte ha spiegato più volte che non ha intenzione di lasciare la sua carica ottenuta democraticamente e in maniera costituzionale.
Una marea di persone si sta dirigendo in questi momento mentre molti sono quasi giunti nella capitale Lima per la Marcia de los 4 suyos (ricorrenza che parla dei quattro punti cardinali nella società inca). Le autorità governative sono molto preoccupate dato che la marcia del 2000 su Lima assestò il colpo finale alla destra di Fujimori.
La presidente ha voluto prendere parola in merito a ciò che sta accadendo in Perù, ovvero scontro e richieste di dimissioni ma anche blocchi stradali e problematiche che derivano da ciò e danneggiano pesantemente la, già, fragile economia peruviana.
Ha innanzitutto spiegato che il compito delle istituzioni peruviane e dei cittadini è: “difendere la democrazia. Non continuiamo a polarizzare il Paese. Credo che i leader, anche dell’opposizione o meno, abbiano l’obbligo e il dovere di invocare la calma, la pace e non condurre le nostre sorelle, i nostri fratelli a quelle marce di protesta e alla morte che ci commuove e fa male le nostre anime”.
Dina Boluarte ha specificato, nel suo intervento per l’inizio dell’anno giurisdizionale alla Corte costituzionale, la necessità che i cittadini difendano la democrazia e si muovano in maniera pacifica, senza azioni fuorilegge o violente.
La presidente ha precisato, inoltre, riferendosi alle manifestazioni e marce in atto: “Sappiamo che vogliono prendere Lima per tutto quello che sta apparendo sulle reti, il 18 e il 19. Li invito a prendere Lima, sì, ma in pace, con calma. Vi aspetto al Palazzo del Governo per poter discutere sociali che avete”.
La leader ha voluto spiegare che la democrazia deve essere protetta, sempre, dalle minacce di violazione dell’ordine costituzionale. Precisando che è esattamente quello che avvenuto con il colpo di stato tentato da Castillo.
Boluarte ha affermato con certezza che l’intento del presidente destituito era quello di “intervenire e sottomettere le istituzioni“. A suo avviso ha anche intenzionalmente gettato il Perù nel caos.
Continuando poi la sua dichiarazione sottolineando: “Lo stato di diritto non può essere soggetto al capriccio o alla gioia di coloro che mostrano disprezzo per la democrazia e incoraggiano solo la divisione, il confronto e l’odio tra i peruviani “.
Ieri ha riferito in merito alle dimissioni richieste nei suoi confronti con: “L’Assemblea costituente è un pretesto per continuare a bloccare le strade e continuare a rompere l’istituzionalità del Paese. La questione di un’Assemblea Costituente e di una nuova Costituzione non è da un giorno all’altro. È un lavoro che deve fare la popolazione stessa”.
Il capo di stato ha risposto così quando le è stato chiesto delle proteste che si stanno promuovendo avanzando richieste specifiche come l’avanzamento delle elezioni, che il presidente ha assicurato è già in fase di approvazione al Congresso, e soprattutto un’Assemblea Costituente per preparare una nuova Magna Carta.
Su quest’ultimo punto il leader politica ha chiesto alla popolazione di potersi organizzare in maniera che si possa tenere la suddetta assemblea.
Precisando però che chi spinge il popolo a credere che sia la presidente ad accelerare la questione assemblea ed elezioni ma sopratutto a chi è convinto che lei possa fare qualcosa di concreto e immediato. Ha confessato senza remore che chi ha il potere di muoversi: “Non corrisponde a Dina Boluarte, non corrisponde all’Esecutivo (per realizzare un’Assemblea Costituente). Per questo li ingannano dicendo che è Dina Boluarte che deve risolvere la questione dell’Assemblea Costituente. Non è vero”.
Situazione incandescente che vede la popolazione sempre più nervosa e desiderosa di arrivare a una stabilità che sogna ormai da molto tempo. La crisi economica e sociale sta schiacciando i cittadini che sono agitati anche a causa della crisi agro alimentare e ora, tramite i giornali locali come El Peruviano, emerge la questione petrolio.
Una questione che sta tenendo banco in Perù e che spiegherebbe, secondo media locali e esperti di politica, come mai si sia attuata questa destituzione di Castillo così alla svelta. Assicurandosi, inoltre, che non avesse modo di parlare e spiegare. Si tratta di una delle questione che sta fomentando ancora di più il popolo che ha intenzione oggi si farsi sentire prendendo Lima.
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