Il Perù è infiammato da incessanti disordini e proteste e il bilancio degli scontri continua ad aggravarsi. I morti sarebbero 22 e si contano decine di feriti, mentre si sarebbe in parte risolta la situazione delle quattro ragazze italiane bloccate.
Secondo quanto appreso dall’Ansa, le quattro giovani che erano rimaste bloccate per gli scontri in Perù si troverebbero ora a Cusco.
Sono giorni roventi in Perù, dove gli scontri e le proteste continuano in un clima incandescente che vedrebbe aggravarsi il bilancio di morti e feriti.
I disordini nel Paese, dopo l’arresto dell’ex presidente Castillo, non accennano a fermarsi e almeno 22 persone sarebbero rimaste uccise durante le fasi più violente.
Al momento, secondo quanto riportato da SkyTg24, oltre ai 22 morti negli scontri si registrerebbe il ferimento di decine di persone.
Gli scontri di maggiore entità tra manifestanti antigovernativi e forze dell’ordine si starebbero registrando nel centro-sud del Perù.
Gli ultimi tre decessi si sarebbero verificati a Pichanaki, città peruviana situata nel dipartimento di Junin. Tra i feriti non solo civili: anche una decine di agenti di polizia sarebbe stata coinvolta.
Tanti turisti sarebbero rimasti bloccati a causa della situazione gravissima che si è venuta a creare nelle ultime ore in Perù.
Tra questi anche quattro ragazze italiane che erano rimaste bloccate a Checacupe, mentre cercavano di andare in Bolivia.
Le giovani, secondo quanto appreso dall’Ansa in queste ore, sarebbero riuscite a guadagnare la via per Cusco e avrebbero raggiunto la città scortate dalla polizia peruviana.
Il piano per riportarle in Italia prevede che, appena raggiunta la prima destinazione, le giovani si imbarchino su un volo diretto a Lima per poi salire a bordo di un aereo verso il nostro Paese.
Secondo quanto emerso, almeno 300 turisti provenienti da tutto il mondo sarebbero rimasti bloccati nell’antica città di Machu Picchu a seguito dei disordini che hanno fatto precipitare il Paese in un vero e proprio stato di emergenza.
Gli scontri e le proteste seguono la cacciata del presidente Pedro Castillo, sotto accusa e arrestato dopo l’annuncio di un piano per sciogliere il Congresso.
Diversi blocchi stradali avrebbero paralizzato il traffico via terra, anche in direzione di alcuni importanti scali aeroportuali nella parte centro-meridionale del Perù.
Tra le decine di persone bloccate a Macchu Picchu, secondo la autorità locali vi sarebbero cittadini peruviani, statunitensi ed europei.
Gravi disagi anche nella rete ferroviaria, con il trasporto via treno che in alcune aree del Paese risulterebbe fortemente rallentato se non del tutto sospeso.
Stando a quanto appreso in queste ore dall’agenzia di stampa, l’ex capo dello Stato peruviano Pedro Castillo sarebbe stato trasferito nella notte presso il carcere di Barbadillo, nel distretto di Ate in provincia di Lima.
Vi dovrebbe trascorrere un periodo di 18 mesi di custodia cautelare a seguito della decisione del Tribunale dopo le accuse di ribellione, cospirazione, abuso di autorità e grave perturbazione dell’opinione pubblica.
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