Con il sì della Camera è stato approvato il testo del Piano Casa 2014 di Matteo Renzi. Il documento approvato è molto diverso da come era stato presentato dal premier nei suoi primi giorni di presidenza, ma è comunque un piano da 1,7 miliardi di euro. Il decreto, che dovrà ora essere convertito in legge, contiene punti assai discussi, dalla questione delle coperture alla stretta sulle occupazioni abusive passando per il maxi sconto Irpef. Un progetto che interviene anche sull’Expo e che presenta molte ombre, che potrebbero alla fine segnare il suo destino. I tre piloni principali del testo sono le misure a favore degli affitti a canone concordato, l’ampliamento dell’offerta degli alloggi ex Iacp e lo sviluppo dell’edilizia residenziale pubblica.
La casa è un argomento molto delicato, soprattutto in un periodo in cui non si fa altro che parlare di Tasi 2014 e dei problemi legati alla mancata delibera dei Comuni sulle aliquote da applicare. In sordina è passato un accordo tra proprietari e inquilini sulla ripartizione delle spese condominiali, ma i temi sul tavolo sono ancora molti. Da un lato c’è la necessità di tutelare le categorie più deboli, che faticano a far quadrare i conti e non vogliono sentir parlare di nuove tasse (anche se, a conti fatti, le imposte sulla casa rischiano di essere più alte dello scorso anno); dall’altro la volontà del governo di rilanciare il settore edilizio, comparto fondamentale per l’economia italiana.
Cerchiamo di capire, allora, cosa contiene in concreto il Piano Casa di Renzi.
Bonus mobili: partiamo dalle detrazioni a favore dei proprietari di immobili. Nella versione del testo approvata il tetto per il bonus del 55% viene sempre fissato a 10mila euro, ma è ora slegato dalle ristrutturazioni. Questo significa che si potrà richiedere la detrazione per l’acquisto di mobili fino a 10mila euro, a prescindere da quanto sia costata la ritrutturazione (quindi anche se questa è inferiore al costo dei mobili).
Maxi sconto Irpef: la detrazione maggiorata viene confermata, ma solo per gli inquilini degli alloggi sociali. In dettaglio, la detrazione sarà di 900 euro per chi ha un reddito fino a 15.493 euro e di 450 euro per chi ha un reddito fino a 30.987 euro. Per tutti gli altri inquilini a basso reddito (quelli che vivono in alloggi privati) non ci sarà il maxi sconto, in quanto non è stata trovata la copertura.
Cedolare secca: viene confermato per il periodo 2014 – 2017 il taglio della cedolare secca, ovvero l’imposta pagata dal proprietario sugli affitti. La tassazione si abbassa al 10% qualora si scelga la forma di contratto di locazione a canone concordato. L’agevolazione, al momento, riguarda solo i Comuni ad alta tensione abitativa e che abbiano subito calamità naturali. L’elenco preciso dei Comuni verrà reso noto tramite decreto ministeriale.
Fondo morosità: il governo ha deciso di ampliare ulteriormente il fondo dedicato ai morosi incolpevoli, coloro che non possono più pagare l’affitto per cause di forza maggiore, come la perdita del lavoro. Nel Piano Casa si stanziano 226 milioni di euro per il periodo 2014 – 2020. Al tempo stesso viene rimpolpato il fondo affitti, con 100 milioni complessivi per favorire nuove locazioni o la rinegoziazione dei contratti a canone inferiore.
Affitto in nero: buona notizia per gli inquilini. Sarà impossibile, per i proprietari, dare lo sfratto o imporre la fine della locazione in caso di inquilini che abbiano registrato i contratti in nero e ottenuto il maxisconto sul canone. Con un emendamento sono stati confermati gli effetti della riduzione del canone ad un importo pari a tre volte la rendita catastale, fino al 31 dicembre 2015.
Occupazioni abusive: brutte notizie, invece, per chi occupa abitazioni in maniera abusiva. Un emendamento al testo rende di fatto impossibile ottenere la residenza in queste situazioni, vietando inoltre gli allacci delle utenze luce e gas. Una vera stretta, confermata dal fatto che, chi occupa gli alloggi abusivamente, verrà automaticamente escluso, per cinque anni, dalla possibilità di accedere alle liste per l’assegnazione delle case popolari.
Vendita edifici pubblici: il governo ha bisogno di fare cassa, motivo per cui nel testo del Piano viene facilitata ed estesa la possibilità di vendere alloggi pubblici. Anche i Comuni potranno mettere sul mercato gli edifici che detengono direttamente, non solo quindi quelli di edilizia residenziale pubblica. L’obiettivo è anche riqualificare immobili abbandonati, con tanto di sconti per la ristrutturazione, bonus energetico e finanziamenti ad hoc. Una postilla aggiunta alla fine: sarà impossibile rivendere l’immobile prima di cinque anni dall’acquisto. In totale si parla di 400 milioni di euro da destinare al recupero di 12mila alloggi ex Iacp e 67,9 milioni per il recupero di altri 2300 alloggi da destinare alle categorie sociali disagiate.
Expo Milano 2015: nel Piano Casa sono state inserite anche alcune deroghe a favore dell’Expo, come quelle al codice degli appalti o la possibilità di usare i proventi delle concessioni edilizie per effettuare la manutenzione del verde a Milano. In totale sono stati destinati al Comune di Milano 25 milioni di nuovi stanziamenti.