Il Natale sta arrivando e con lui non solo regali, festoni, l’albero e il calore della famiglia. Infatti, il governo si sta preparando con un vero e proprio piano nelle più grandi città italiane. Il ministro Matteo Piantedosi ha annunciato l’invio di cento uomini nelle forze dell’ordine in più entro la fine del 2022 proprio per far fronte ai problemi che potrebbero capitare. E l’attenzione è rivolta anche verso gli esercenti, verso cui dovrebbe essere rivolto un vero e proprio pugno duro. Ovviamente, verso chi di loro infrangerà le regole previste. Intanto, non può non essere tenuta in considerazione la pandemia da Covid, per cui bisognerà stare attenti a non contrarre il virus se non si vuole passare le feste bloccati a letto.
Gli ultimi anni, il Natale non ci ha affatto riservato delle sorprese. E soprattutto non ce l’ha riservate il Covid, per tutto quello che ha significato. Il picco è arrivato a gennaio, in quel caso, ma tutto quello che è successo prima ha comunque significato un impedimento niente male per vivere la festività liberamente. Il rialzo dei casi, le file chilometriche per effettuare i tamponi, le tantissime persone a letto hanno causato una situazione ingestibile per il sistema sanitario, che è stato messo sotto pressione costante per settimane. A distanza di un anno, la situazione è molto diversa e ora uno dei principali problemi è quello relativo la sicurezza. Il governo, però, si sta già muovendo in tal senso nelle principale città italiane e con delle contromisure ben precise.
Piantedosi vara il piano per la sicurezza di Natale: cosa succederà a Milano, Roma e Napoli
Natale è sempre più vicino e tutti lo associano a un concetto ben preciso, quello che si crea con il giusto mix di gioia e libertà. Famiglia di sicuro. Ma dopo due anni passati a lottare contro il Covid o cercare di non prenderlo, la famiglia si accompagna anche al divertimento. Il problema del virus, dal punto di vista sociale, è anche quello: non è stato facile reprimere la vita quotidiana che ognuno di noi conduceva, e una volta che le maglie si sono allargate, la voglia di socialità è aumentata a dismisura e con lei anche alcune manifestazioni da condannare.
È sempre più comune rivedere i bar, le strade, i principali centri commerciali della vita delle città ammassate di gente e non fa neanche più stranezza. Lo fa quasi di più vedere persone che ancora indossano la mascherina, per quanto, per alcuni strati della popolazione sia assolutamente più corretto. E comunque, tornando a tutte quelle cose che invece non vanno bene, ne ha parlato il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, raffigurando il quadro attuale per cui il governo ha intenzione di prendere le contromisure. “Repubblica” ha riportato le dichiarazioni del ministro e c’è da comprenderle per bene: “Dopo la pandemia c’è stato un incremento del disordine in cui si inquadrano anche la movida, le baby gang e le occupazioni abusive – ha detto Piantedosi -. Bisogna puntare anche su un impiego più razionale delle tecnologie come la video sorveglianza”. Il ministro degli Interni, per tentare di arginare il problema per tempo, ha incontrato i sindaci di alcune delle più grandi città italiane: si tratta di Sala, Gualtieri e Manfredi, rispettivamente per Milano, Roma e Napoli. A tal proposito, ha commentato: “Questo è il primo incontro ma poi ci saranno confronti più operativi per settori, gradualmente affronteremo le problematiche più afflittive in modo da poter essere in grado di avere già risultati positivi”.
Il governo, però, non ha alcuna intenzione di fermarsi solo agli avvertimenti del caso. Piantedosi ha deciso di destinare in via immediata, e quindi entro la fine di dicembre, l’invio di cento unità di forze dell’ordine, precedentemente non previste, nelle grandi città. Non si tratta di una decisione che verrà applicata una tantum, ma che sarà utilizzata anche in futuro. Sempre Piantedosi ha dichiarato: “A Roma arriveranno poco meno di 500 unità di personale mentre poco più di 400 andranno via: un incremento netto di quasi 100 unità. C’è un saldo timidamente positivo e incoraggiante per il futuro, oltre a uno strumento che sarà più attivo”. E ha concluso: “In passato per troppi anni gli apparati della sicurezza sono stati visti solo come un costo a carico dell’erario. Ora finalmente il trend è in positivo e centinaia di unità di organico in più verranno assegnate alle tre grandi”.
Per l’occasione, dopo l’incontro con Piantedosi, hanno parlato anche i sindaci in questione. Sala ha posto l’accento sulla necessità di arginare le infiltrazioni mafiose presenti nei locali e in determinate situazioni. Gualtieri ha proseguito sulla scia del collega di Milano, aggiungendo che lo Stato deve sempre più abbinare la repressione di determinati fenomeni a una vera e propria riabilitazione della legalità nelle persone, tramite la partecipazione dei cittadini. Il punto di vista di Manfredi, invece, si articola più sul territorio e segnalando uno stato di cose che dovrà presto cambiare: “Nelle nostre città si vive di notte come di giorno”, ha detto. Diverse aree sono sature e costituiscono un vero e proprio pericolo per la sicurezza.
Secondo le parti in causa, un grosso problema è costituito anche dall’utilizzo improprio della strada da parte di alcune attività. La strada deve restare un territorio comune e come tale va tutelato. Il piano relativo la sicurezza di Piantedosi dovrà riguardare anche quest’aspetto: le occupazioni abusive vanno combattute e soprattutto bisogna distinguere chi ne ha bisogno da chi semplicemente ne approfitta. Senza tanti compromessi. Quindi, la domanda che probabilmente molti di voi si stanno ponendo è una e ben precisa: cosa vedremo per questo Natale? Il governo spera che queste misure possano contenere la congestione di determinate aree, soprattutto sperano. In generale, l’auspicio è che ci sia meno gente, meno tavolini non autorizzati all’aperto e, in generale, un maggiore rispetto delle regole. Che il Natale possa portare anche questo: il divertimento, che quello non è giusto che ci venga toccato, soprattutto nelle feste, ma nella maniera giusta. Il tutto potrebbe significare un grande colpo alle attività della criminalità organizzata sui territori delle principali città. E non è per nulla un obiettivo scontato.
Alcune semplici regole per proteggersi dal contagio Covid in vista del Natale
Da un lato, quindi, c’è la necessità di arginare alcune degenerazioni che potrebbero causare non pochi problemi per la sicurezza pubblica. Dall’altro c’è quella voglia, che non è contrattabile e che vuol dire semplicemente viversi le feste nella propria normalità e con le persone a cui si vuole bene, che siano famiglia, amici e entrambi. E chi potrebbe nuovamente far saltare il banco? Sì, quell’elefante nella stanza con cui nessuno di noi vuole più convivere, il Covid-19. È vero che, come abbiamo accennato e come sapete, la situazione è profondamente diversa rispetto a quella di un anno fa e soprattutto la pressione sul sistema sanitario, anche in caso di aumento significativo dei contagi, sarebbe diversa.
Allo stesso modo, però, la curva sembra in aumento e l’ultimo bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato a un numero di morti ancora importanti in Italia. Anche più di tanti altri Paesi europei dove i contagi restano alti. Evitare gli allarmismi è probabilmente la priorità di tante famiglie. Allo stesso tempo, è sempre più importante anche proteggersi dal contagio in sé e per sé. Non solo per l’eventualità di contrarre la forma grave, ma perché costringerebbe molte persone a un isolamento forzato, almeno per qualche giorno, soprattutto a non poter passare tutte le feste in compagnia delle persone che si amano.
Per evitare tutto ciò, ci sono una serie di piccoli e semplici accorgimenti che ognuno di noi può applicare, per far sì di non essere lui lo sfortunato della compagnia a starsene a letto. Anche perché non c’è solo il Covid che incombe – anche se il ministro della Salute Orazio Schillaci oggi ha parlato di casi in calo e Natale sereno -, ma anche un’influenza sempre più forte e importante nei numeri che sembra essere molto più aggressiva rispetto agli anni appena trascorsi. Inoltre, proprio durante le feste è previsto un aumento dei contagi per l’influenza australiana che potrebbe unirsi ai casi Covid. Un’eventualità provata dalla scienza che potrebbe mettere ko molti di noi, si stima che i cittadini interessati saranno in tutto 170 mila.
Quindi, cosa si può fare? Ne ha parlato, ai microfoni di “Repubblica”, Giancarlo Icardi, direttore del dipartimento di Igiene dell’Università di Genova e della Uoc di Igiene, Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova, proprio lì dove è stato sequenziato per la prima volta nella scorsa estate proprio il virus dell’influenza australiana. È lui per primo a togliere dal tavolo tutti gli allarmi del caso, spiegando subito che il vaccino rappresenta sicuramente e ancora un’arma fondamentale, di cui la stragrande maggioranza di noi si è già dotato. Il ritorno a delle feste passate secondo le proprie consuetudini rappresenta, secondo Icardi, un “rischio calcolato”. Il problema è che molti potrebbero incubare il virus senza saperlo e, di conseguenza, contagiare i propri familiari. Si parla dei nostri nonni, degli zii più anziani, magari di soggetti immunodepressi e che hanno maggiore necessità di essere protetti. Loro potrebbero essere più a rischio e rappresentare una pressione importante per tutto il sistema sanitario, e nel periodo delle feste.
Icardi ha messo a disposizione la sua esperienza per risolvere il problema, dicendo chiaramente che sarebbe meglio evitare le effusioni, i baci e gli abbracci, soprattutto con i soggetti più a rischio di contrarre le forme più gravi del Covid. Un’altra accortezza importante è rappresentata dalla necessità di arieggiare gli ambienti. Icardi ha detto precisamente: “Siamo in inverno e durante le feste saremo in tanti dentro una stanza chiusa per cui è importante avere ricambi d’aria frequenti per diluire la potenziale circolazione del microrganismo presente nell’ambiente”. Il freddo, di conseguenza, e in determinate occasioni, deve essere dunque preferito al tepore del caldo, se quest’ultimo significa restare in tanti al chiuso per tanto tempo.
In molti, inoltre, si chiedono se l’utilizzo delle mascherine possa essere ancora fondamentale per prevenire il contagio. Beh, sicuramente la loro funzione è quella e la risposta, posta così la domanda, non può che essere affermativa. Nel caso del cenone di Natale, però, le cose potrebbero essere un po’ diverse. Sì, perché durante il pasto è assolutamente impossibile pensare di mangiare con la mascherina e il lungo tempo passato insieme rende assai probabile che il contagio avvenga comunque. Questa precauzione, invece, va usata nel caso in cui si vada a trovare parenti che soffrono di patologie che colpiscono il sistema immunitario o che comunque siano immunodepressi. In quel frangente, è estremamente importante utilizzare tutte le precauzioni possibili per evitare di contagiare i casi fragili.
Un capitolo a parte va aperto per lo shopping che, è brutto da dire ma reale, nel Natale rappresenta comunque qualcosa di importante. E che soprattutto tende, soprattutto nei grandi centri cittadini, a radunare un gran numero di persone che, negli ultimi giorni prima della vigilia, amano prendere d’assalto i negozi per dedicarsi ai regali. In questo caso, secondo l’esperto, per non rovinarsi le feste e finire a letto, è bene utilizzare la mascherina Ffp2 sia sui mezzi, sia in luoghi chiusi e affollati. A prescindere dalle ultime disposizioni del governo, rappresenta comunque una scelta saggia e che non dobbiamo escludere a priori.
Dalle mascherine all’igiene. Sì perché, in un momento come questo, non si può mettere da parte completamente tutte quelle precauzioni che sono state ripetute all’infinito, fin dallo scoppio della pandemia. A tal proposito, Icardi ha spiegato: “Visto che si sta a tavola per mangiare, ma poi si gioca a carta o a tombola, l’igiene delle mani deve restare una priorità sia lavandole bene sotto l’acqua sia sanificandole con i gel igienizzanti che abbiamo imparato ad usare durante la pandemia”.
E nel caso in cui si iniziassero a percepire i sintomi del Covid? In quel caso, non vi resta altra soluzione se non isolarvi e sottoporvi al tampone, anche per fare diagnosi differenziale tra il virus di Wuhan – le sue nuove varianti – e l’influenza australiana. Non resta altra scelta per non mettere a rischio tutti i propri cari proprio nel momento in cui vogliono godersi la festa – probabilmente – più sentita dell’anno e la loro salute. Come potete notare, alla fine è comunque una questione di responsabilità. Sì, perché in questo la pandemia non è cambiata. Avere comportamenti costruttivi e non scellerati, soprattutto evitare contatti che potrebbero essere decisivi può fare la differenza nella vita delle persone. È il momento di impararlo una volta per tutte, anche se costa qualche sacrificio di troppo, rispetto a quelli che vorremmo fare. Perché il Covid e l’influenza ora non fanno più così tanta paura, è vero, ma sono comunque i nemici invisibili che tutti i giorni dobbiamo cercare di scansare. Pazienza e razionalità devono essere le linee guida, in un momento del genere, ma senza più privarsi della propria libertà.