Il ministro Piantedosi sottolinea l’importanza delle intercettazioni, strumento del quale il governo non intende privarsi.
Dopo il discorso del Guardiasigilli, Carlo Nordio, alla Camera, sulle intercettazioni interviene anche Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno. Quest’ultimo ha spiegato che questo strumento tecnologico è molto importante nella lotta alla mafia e che il governo non cambierà idea in merito. Il dissenso – per la linea adottata dal governo sul tema intercettazioni – è giunto dall’opposizione, mentre centrodestra e Terzo Polo hanno accolto positivamente le parole di Nordio, poi sostenute da Piantedosi.
Come per il Guardasigilli, Carlo Nordio, anche per Matteo Piantedosi le intercettazioni rappresentano un valido strumento per la lotta contro la mafia e, pertanto, sono “importanti” al fine di contrastare reati mafiosi e terroristici.
E sottolinea, in tal senso, che il governo non ha intenzione di mettere mano al “sistema delle intercettazioni”, né di depotenziarlo nell’ottima delle indagini che si svolgono in determinati contesti.
Il discorso di Nordio, in merito all’uso delle intercettazioni, è stato accolto positivamente dal centrodestra e dal Terzo Polo, mentre molti esponenti dell’opposizione hanno espresso i propri dubbi al riguardo, tra i quali c’è anche Giuseppe Conte, leader del M5s.
Quest’ultimo, infatti, ha accusato il Guardasigilli di proporre una giustizia che deforma i principi costituzionali, depotenziando gli strumenti che si utilizzano per contrastare la mafia.
Le polemiche sono sorte quando Nordio, rivolgendosi al Parlamento, lo ha invitato a non far definire la linea di azione, nell’ottica delle intercettazioni, dai pm antimafia. Parole, dunque, che hanno creato un po’ di scompiglio.
Nordio ha ricordato, nello sspecifico, le sorti dei generali Mori e Ganzer, che sono stati vittima di quelli che lui stesso definisce “errori giudiziari”.
Nordio, inoltre, ha sottolineato che non sarà messa mano sulle intercettazioni che riguardano “mafia e terrorismo, ma anche quelle dei reati satelliti”.
Piantedosi, inoltre, si è focalizzato sull’abuso delle intercettazioni sul quale c’è bisogno di attuare un intervento radicale, per evitare di cadere in un a sorta di “democrazia dimezzata”, in quanto il segreto che copre certe informazioni rappresenta, secondo il ministro, “l’altra faccia della nostra libertà”.
Il ministro richiama anche l’articolo 15 della nostra Costituzione che stabilisce che la segretezza relativa alle comunicazioni “è inviolabile e può essere eccezionalmente limitata“.
L’ex procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, afferma che la stretta sulle intercettazioni si ripercuoterà, in maniera negativa, sulla lotta ai clan mafiosi.
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