Il 28 maggio del 1974 avveniva la strage di Piazza della Loggia, a Brescia. Un attentato di matrice neofascista avvenuto durante una manifestazione contro il terrorismo dell’estrema destra che causò 8 morti e 102 feriti. Ora per per la strage è stato rinviato a giudizio Marco Toffaloni, uno degli esecutori materiali.
Una data entrata nella memoria di tutti gli italiani e impossibile dimenticare. Il 28 maggio 1974 avveniva a Brescia quella che sarebbe stata poi tristemente nota come la strage di Piazza della Loggia. Un attentato terroristico organizzato dai neofascisti che causò la morte di 8 persone e il ferimento di 102. Oggi il giudice del Tribunale dei Minori ha rinviato a giudizio Marco Toffaloni, uno degli esecutori materiali.
È ritenuto uno degli attentati degli anni Settanta più cruenti e gravi, rimasto tristemente noto nella memoria collettiva del nostro Paese assieme alle stragi del treno Italicus, quella di Piazza Fontana e quella della stazione di Bologna. Nell’attentato morirono 8 persone e ne rimasero ferite 102, a causa di una bomba celata in un cestino dei rifiuti nella centrale Piazza della Loggia a Brescia.
Dopo molti anni di indagini, false piste e misteri, come esecutori materiali e mandante della strage sono stati condannati alcuni esponenti del gruppo neofascista Ordine Nuovo. Tra essi, anche Marco Toffaloni, all’epoca dei fatti appena 17enne.
Oggi, li giudice del Tribunale dei Minori, Angelica Nolli, lo ha rinviato a giudizio con l’accusa di strage. L’uomo oggi vive in Svizzera ed è un cittadino elvetico.
A fare per primo il suo nome e coinvolgerlo nei fatti di Piazza della Loggia Gian Paolo Stimamiglio, ritenuto appartenente a Ordine Nuovo, che anni fa rivelò agli inquirenti che l’uomo gli aveva riferito di “aver avuto un ruolo tutt’altro che marginale nella strage”.
A seguito di tali rivelazioni gli investigatori avevano quindi preso foto dell’epoca e si erano fatte dare dalla famiglia dell’uomo altri scatti. Tramite analisi, nel 2016 erano riusciti a stabilire come quel giorno, poco dopo l’esplosione, il ragazzo fosse presente sul luogo.
Interrogato per rogatoria dal magistrato su queste nuove scoperte, Toffaloni si è avvalso della facoltà di non rispondere, facendo scena muta. Oggi, l’accusa per lui è diventata definitiva.
Sono quasi le 10 di mattina del 28 maggio 1974, e in Piazza della Loggia ci si prepara a iniziare la manifestazione antifascista organizzata dai sindacati e dal Comitato Antifascista.
L’area, centralissima, è gremita di centinaia di persone accorse per manifestare pacificamente, quando alle 10.12 una bomba, nascosta in un cestino dei rifiuti e preparata con un chilogrammo di esplosivo, rilascia tutta la sua potenza devastante.
L’ordigno colpisce decine di persone, uccidendone tre sul colpo, altre tre mentre venivano trasportate all’ospedale più vicino e due dopo ore di agonia a causa delle ferite riportate.
Stando a due differenti perizie balistiche, la bomba sarebbe stata costruita o con una miscela di dinamite e gelignite o con del tritolo. L’impatto fu devastante, al punto che altre 102 persone rimasero ferite, molte in modo anche grave.
Nel 2015, per la strage, sono stati condannati in appello Maurizio Tramonte e Carlo Maria Maggi, con pena all’ergastolo. Ora resterà da vedere quale pena, se ce ne sarà una, verrà comminata anche Marco Toffaloni.
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