Piazza San Carlo: i due eroi che hanno salvato il piccolo Kelvin

Rappazzo

Due angeli custodi hanno salvato Kelvin nella bolgia di piazza San Carlo, a Torino. Il primo eroe è il senegalese Mohammad Guyele, 20 anni, bodyguard. Ha sollevato il bimbo in braccio, si è fatto largo tra la folla impazzita e ha posato il bambino di 7 anni in un parcheggio poco distante. Qui è comparso il secondo angelo, un soldato che studia da infermiere, ha 25 anni e si chiama Federico Rappazzo. C’era anche lui, sabato sera, davanti al maxischermo che trasmetteva la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Aveva appena visto la folla ondeggiare, muoversi, scappare e calpestare quando – con la maglia bianconera addosso – si è chinato su Kelvin, quasi svenuto e che sarebbe di sicuro morto se non fosse intervenuto lui.

Kelvin è il bambino di origine cinese di 7 anni che fino a poche ore fa era in pericolo di vita. Il piccolo è tuttora ricoverato in terapia intensiva all’ospedale pediatrico ‘Regina Margherita’, ma Federico e Mohammad gli hanno evitato di finire i suoi giorni in una serata che doveva essere di festa e che si è trasformata in un incubo intorno alle 22:15. Oggi Federico, la cui foto è comparsa sui social, si schermisce: “Non ho fatto nulla di eccezionale. L’unica cosa che contava, in quel momento, era caricarlo su un’ambulanza e portarlo in ospedale. Se lo avessi lasciato lì, sarebbe morto. Avevo tanta paura, ma dovevo fare qualcosa”.

mohammad

Chiunque, probabilmente, avrebbe assecondato il movimento della folla e sarebbe fuggito il più lontano possibile. Federico è rimasto, curvo a proteggere Kelvin. Sussurrandogli di resistere, che tutto sarebbe finito per il meglio. Federico spiega: “Mi sono avvicinato per capire le sue condizioni, e quando mi sono accorto che piangeva, quasi mi sono rassicurato: riusciva a respirare. Subito dopo ho cercato di portarlo verso un’ambulanza in modo sicuro”.

Il giorno dopo, Federico ha visto in televisione la madre e la sorella di Kevin: cercavano la persona che aveva salvato il bambino. Nel pomeriggio, il soldato – eroe è andato in ospedale a trovare il bimbo. Così ha potuto vedere di persona i progressi di Kevin e ha ricevuto gli abbracci della famiglia del bimbo, andato in piazza per vedere i suoi eroi e salvato dall’Eroe.

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