Giorgia Meloni ha incontrato Carlo Nordio a Palazzo Chigi, dopo aver ribadito la sua piena fiducia, provando così a placare le polemiche.
Il Presidente del Consiglio ancora nel ruolo di pacere. Meloni incontra Nordio per discutere dei prossimi piani in ambito giustizia, mentre prova a smorzare le polemiche derivate dalle dichiarazioni del ministro sulle intercettazioni. “Quello che non funziona è un certo utilizzo delle intercettazioni” afferma la premier, che spera nella cooperazione tra politica e magistratura.
Giorgia Meloni incontra Nordio: “Rendere la giustizia giusta e veloce”
Dare ai cittadini una giustizia giusta è la priorità di questo governo. Lo ha detto Giorgia Meloni al termine dell’incontro con Carlo Nordio. La premier è stata chiamata spesso in queste settimane alla resa dei conti con il ministro della Giustizia, visti gli scricchiolii interni che ha provocato il guardasigilli con le sue recenti dichiarazioni sulle intercettazioni e sulla magistratura. Nordio ha fatto discutere, e parecchio, anche all’opposizione e buona parte dell’opinione pubblica, visto che le sue teorie sulle intercettazioni sono arrivate quasi in simultanea con l’arresto di Matteo Messina Denaro. Dunque in un periodo delicato, in cui il lavoro della magistratura e dell’Antimafia viene esaltato, e in cui il ruolo fondamentale delle indagini sono all’ordine del giorno nella discussione e nella narrazione.
In questo clima Giorgia Meloni, che ha poi finalmente espresso la sua vicina al “suo” ministro, ha incontrato nel pomeriggio di oggi Carlo Nordio per discutere dei prossimi impegni relativi alla giustizia. Il Presidente del Consiglio ha fatto sapere che il governo lavorerà per rendere la giustizia veloce e giusta per il Paese, e che è questo l’impegno che è stato preso con gli italiani.
Dichiarazioni che non scendono nello specifico, quelle di Giorgia Meloni. Le scorse settimane sono state caratterizzate da aspre polemiche generate dal ministro, che ha lasciato intendere invece di avere ben altre intenzioni.
Si, perché Nordio ha più volte sottolineato come la sua volontà fosse quella di intervenire per limitare le intercettazioni, che dovrebbero rimanere esclusivamente sulle indagini di mafia – senza far cenno alla corruzione ad esempio – parlando anche di come le intercettazioni qualora pubblicate dalla stampa – altra grana quella del bavaglio – potessero ledere “l’onore”. Altra tesi che ha fatto ampiamente discutere, considerando anche che in queste settimane dopo la cattura del boss di cosanostra sono arrivate diverse critiche alla “borghesia” che sarebbe stata bene informata della latitanza del mafioso e che lo avrebbe in qualche modo coperto. A tali affermazioni Nordio ha risposto dunque: “In questo caso mi chiedo, se fosse vero, dov’era l’Antimafia?”.
Giorgia Meloni nel ruolo di pacere: “Politica e magistratura devono lavorare insieme”
Insomma, una bagarre che non pare essersi risolta dopo l’incontro con il Presidente del Consiglio, che ha provato a sanare nella giornata di oggi, considerando che il guardasigilli è stato fortemente voluto proprio da Giorgia Meloni.Questo è stato ammesso dalla premier, che conferma i rapporti ottimi: “Ribadisco la mia fiducia; mi sono battuta per averlo in via Arenula“.
Ma quali sono le cose che non funzionano nelle intercettazioni dunque secondo Meloni, che almeno ha dimostrato vicinanza al ministro della Giustizia? “Sicuramente quello che non funziona è un certo utilizzo delle intercettazioni”. Quale sarà questo utilizzo però la premier non si sbilancia, affermando di volere evitare uno scontro fatale tra politica e magistratura, ma proponendo un lavoro in tandem. L’esatto opposto di quanto trapelato dalle dichiarazioni dei suoi ministri, in sostanza. A Giorgia Meloni, come spesso accaduto durante questi primi tre mesi di governo, tocca ancora il ruolo di pacere.