Piero Angela, storico conduttore di SuperQuark, rivela i retroscena dell’assunzione in Rai di suo figlio Alberto Angela. O meglio, della sua non assunzione. «Se fosse stato per me mio figlio oggi non sarebbe alla Rai», le parole del 90enne conduttore.
Piero Angela, che recentemente si è espresso sui vaccini, si è raccontato al settimanale Nuovo. Nell’intervista ha parlato di quando voleva che suo figlio Alberto lavorasse per lui a SuperQuark, ma di come temesse le reazioni esterne.
«Quando cominciai il programma SuperQuark c’era un giovane in particolare che mi sarebbe piaciuto avere nel mio staff. Aveva realizzato Albatros, per la televisione svizzera e aveva un curriculum di tutto rispetto. C’era solo un problema: era Alberto, mio figlio».
Il timore di Piero Angela era che suo figlio Alberto fosse accusato di essere raccomandato quando invece, secondo il padre, meritasse di entrare a Viale Mazzini perché era bravo: «Se fosse venuto a lavorare con me avrebbero aperto il tiro al piccione contro di lui e contro di me».
La soluzione? «Mi venne incontro il vicedirettore di Raiuno, Andrea Melodia, facendomi notare che mio figlio collaborava con varie reti televisive e quindi, da libero professionista, avrebbe potuto lavorare anche con me. Insomma non ci fu alcuna assunzione e Alberto collaborò a SuperQuark solo perché era bravo: ci conveniva usarlo».