Pietro Genovese, condannato per aver investito due adolescenti la sera del 22 dicembre del 2019, non ha risposto a un controllo delle forze dell’ordine.
La sentenza per questo secondo processo che lo vede coinvolto è attesa per il 7 giugno prossimo. Secondo la difesa, al momento del controllo dei carabinieri, Genovese era in casa, ma si sarebbe addormentato.
Pietro Genovese a processo per evasione dai domiciliari
Pietro Genovese, figlio del regista Paolo Genovese, è stato condannato a cinque anni e quattro mesi di carcere per aver investito e ucciso, nel dicembre del 2019, Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, mentre guidava lungo Corso Francia a Roma. Per il primo processo che lo vede imputato, la condanna è definitiva. Dopo aver scontato alcuni mesi ai domiciliari, Genovese è tornato libero e pare si sia trasferito a Londra, come riferisce Il Gazzettino.
C’è però un’altra indagine in corso a carico del giovane, che è accusato di evasione dagli arresti domiciliari. I fatti risalgono al 2021, quando Genovese non rispose a un controllo delle forze dell’ordine. Durante l’udienza che si è tenuta questa mattina, l’imputato ha dichiarato che quel giorno si era addormentato e per questo non avrebbe sentito il citofono. Il portiere dello stabile ha affermato di non aver visto alcuna sagoma riconducibile a Pietro Genovese nel video della telecamera interna. La sentenza per questo nuovo processo è prevista per il 7 giugno prossimo.
L’incidente costato la vita a Gaia e Camilla
La sera del 22 dicembre del 2019, Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, 16 anni entrambe, furono investite dall’auto guidata da Pietro Genovese, mentre attraversavano Corso Francia. Nonostante i soccorsi immediati (lo stesso Genovese si fermò a prestare soccorso) per le due amiche non ci fu nulla da fare.
Secondo quanto appurato dagli inquirenti, quella sera le vittime attraversarono sulle strisce pedonali, mentre alcune auto erano impegnate in una gara di sorpassi. Proprio una di quelle vetture, guidate da Pietro Genovese, travolse le due amiche. Pare che il giovane stesse inviando messaggi con il cellulare e procedesse a una velocità oltre il limite consentito, oltre a risultare positivo all’alcoltest. Dopo aver scontato alcuni mesi ai domiciliari, Genovese è tornato libero. Al momento vivrebbe a Londra.