[didascalia fornitore=”ansa”]Pietro Grasso[/didascalia]
Pietro Grasso vuole abolire le tasse universitarie. Un’idea che fa già discutere, quella lanciata dal presidente del Senato e leader candidato premier di Liberi e Uguali. Grasso lo ha annunciato durante l’assemblea nazionale di Roma della lista di sinistra che comprende Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, Sinistra Italiana e Possibile.
«Aboliamo le tasse universitarie – ha affermato Grasso, spiegando che il costo di copertura sarebbe di 1,6 miliardi – Un decimo dei 16 miliardi che ci costa lo spreco di sussidi dannosi all’ambiente, secondo i dati del ministero dell’Ambiente». In platea, tra gli altri, Roberto Speranza, Nicola Fratoianni, Pippo Civati, Pier Luigi Bersani e Laura Boldrini.
L’idea di Grasso non è piaciuta a tutti. A prescindere dalla campagna elettorale e degli attacchi dai politici rivali, che riporteremo sotto, abolire le tasse universitarie rischia di incentivare i fuori corso, alla faccia di coloro che si fanno in quattro per finire tutti gli esami e laurearsi in tempo. E ancora, in tempi di disoccupazione, la possibilità di non dover pagare tasse, rischia di rendere le università un parcheggio per giovani che, una volta affacciatisi al mercato del lavoro, saranno considerati già vecchi.
Ma torniamo alla campagna elettorale. «La proposta di Grasso – replica Francesco Verducci, Responsabile Università e Ricerca dell’Esecutivo nazionale Pd – è un favore ai ricchi e a chi non ha voglia di studiare. È qualunquismo controproducente». L’idea di Grasso è «un’assurda demagogia, ai limiti dell’incostituzionalità, che danneggerebbe fino ad annientarli atenei pubblici, in particolare i piccoli del Sud», twitta Salvatore Margiotta, senatore Pd e docente universitario.
«Azzerare le tasse universitarie. Ecco una proposta che fa la differenza e indica l’idea di società che costruiremo. Altro che canone Rai…», ribattono a loro volta Nicola Fratoianni e Roberto Speranza, da LeU, difendendo Grasso. La sensazione? Che quella dell’abolizione delle tasse universitarie resterà una delle migliaia di proposte da campagna elettorale.
Contro la proposta anche il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda: «La proposta di Pietro Grasso si caratterizza come un supporto fondamentale alla parte più ricca del Paese». Sostenere i costi delle università con la fiscalità generale, afferma, «è l’opposto di quello che immagino Liberi e uguali vuole fare, è una cosa trumpiana non di sinistra», perché, spiega Calenda, di fatto i cittadini meno ricchi si ritroverebbero a pagare le tasse anche per i più ricchi.
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