Torna il coronavirus tra le corsie del Pio Albergo Trivulzio, la casa di cura e di riposo milanese, tristemente nota per essere stata epicentro di un focolaio di Covid lo scorso marzo, con il conseguente decesso di molte persone anziane e di alcuni dipendenti.
Nel bollettino pubblicato oggi dalla struttura, si rende noto che dopo gli esami effettuati tra il 12 e il 16 ottobre, sono risultati positivi 14 ospiti e 5 dipendenti.
Vista la situazione che sta vivendo la città di Milano, il Trivulzio già da metà mese aveva sospeso le visite dei parenti. Oggi attua ulteriori restrizioni: è stato comunicato che le palestre della struttura sono chiuse per motivi di sicurezza e che i ricoveri in cure intermedie saranno sospesi fino al 25 ottobre.
Proprio in questo reparto, infatti, erano ospitate 11 delle 14 persone positive, che fanno sapere sono già state trasferite in ospedale. Delle altre tre invece, una era paziente della rsa della struttura, mentre gli altri due della comunità sempre del Trivulzio.
Per quanto riguarda i dipendenti, tre lavorano al Pio Albergo, mentre due sono dipendenti della struttura di Merate, nel lecchese, e sono già stati posti in isolamento a casa.
Il Trivulzio e lo spettro della prima ondata
Il Pio Albergo Trivulzio è ancora al centro di un’inchiesta per le mancate misure prese a marzo di quest’anno, quando con il diffondersi del Covid avrebbero dovuto essere estremamente tempestive. Tra gli indagati, c’è il direttore Giuseppe Calicchio, per i reati di epidemia colposa e omicidio colposo.
Sottovalutazione del rischio, dispositivi di protezione inadeguati, anziani non curati in maniera corretta: il risultato sono stati 405 morti in 4 mesi (gennaio-aprile). Numeri enormi che hanno provocato forti proteste soprattutto da parte dei familiari delle vittime. Ora la struttura prova a evitare un ritorno a quel periodo drammatico comunicando pubblicamente subito i dati e spostando immediatamente in ospedale i malati.