Pippo Baudo: “La Rai è di tutti gli italiani. La lottizzazione, un tempo, era pluralista”.
“La Rai è di tutti gli italiani, al di là di ogni conduzione o convinzione politica. È dei cittadini che pagano il canone e quindi deve essere plurale”, queste le parole di Pippo Baudo all’indomani del chiacchierato addio di Fabio Fazio alla Rai dopo ben 40 anni di carriera e delle scelte del governo in merito alle nuove direzioni dei tg che hanno portato ai saluti anche di Lucia Annunziata.
Super Pippo, che di anni di carriera in Rai ne vanta più di 60, era stato ricordato la scorsa domenica da Luciana Littizzetto proprio nel suo monologo di addio agli studi di viale Mazzini, come emblema della tv pubblica, al di là delle convinzioni politiche e dei governi di turno. Accanto a lui la comica ha ricordato Mike Bongiorno, Enzo Biagi e, ancora, Corrado e Raffaella Carrà.
Lo storico conduttore ha così commentato l’addio di Fazio: “Ho seguito l’ultima puntata di Che tempo che fa, mi è piaciuta moltissimo. Ho apprezzato la lettera della Littizzetto che condivido pienamente. Anche l’atteggiamento di Fabio Fazio è stato molto dolce, simpatico, invitante”. Ha proseguito il presentatore “Un programma ricco di spunti, interviste, ospiti straordinari… è un peccato che un’esperienza simile finisca, ma se Fazio ha deciso di lasciare dopo 40 anni la Rai qualche motivo ci sarà”.
Lui che con i suoi programmi, i 13 Festival della canzone e le altrettante edizioni di Domenica in, ha contribuito a rendere grande la storia della tv italiana, restando impavido all’avvicendarsi dei colori politici e del potere.
La storia della tv italiana
Nel 1986 Baudo ha sfiorato la crisi internazionale per lo sketch ideato dal gruppo comico Il Trio composto da Massimo Lopez, Anna Marchesini e Tullio Solenghi sull’Ayatollah Khomeini nel corso di un’edizione di Fantastico.
É stato lui a lanciare Beppe Grillo di cui ricorda la famosa battuta sull’allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi, sempre a Fantastico, che pagò caramente con la cacciata dalla Rai. E proprio in merito al comico genovese ha dichiarato “Con Grillo stavo sempre sul chi va là perché mi accennava solo il tema di suoi interventi. Quando pronunciò quella battuta intervenni subito per dissociarmi. I comici, dissi, qualche volta ‘smarronano’, vanno fuori del seminato!”
Ricorda poi un altro aneddoto che è termometro della grandezza dell’uomo e del presentatore che è stato: “A Domenica in invitavo spesso gli scrittori e quella visibilità faceva aumentare le vendite. Un giorno il direttore di Rai1, Emanuele Milano, mi disse che gli editori volevano creare un comitato per gestire in qualche modo l’avvicendarsi degli ospiti: volevano delle quote, che avrebbero condizionato, in qualche modo politicizzato le nostre scalette. Mi rifiutai. Risultato? Continuammo a ospitare gli scrittori, come prima“.
Baudo conclude parlando gli anni della lottizzazione in Rai “Era una lottizzazione intelligente, dava spazio ai rappresentanti di ogni tendenza politica e quindi era una Rai plurale. Oggi invece c’è la tendenza a volerla controllare, regolare. Il servizio pubblico deve assicurare a tutti il diritto di parola, deve mettere sul tavolo tutte le carte, poi lo spettatore sceglie quelle che vuole”. Ancora commentando le dimissioni di ? Lucia Annunziata, conclude “Non bisogna per forza piacere a tutti ma è necessario che tutte le idee abbiano diritto di cittadinanza. Altrimenti si fa un’offesa al pubblico, perché si parte dal presupposto che la gente a casa non sia capace di formarsi una propria idea. La libertà di scegliere è fondamentale“.