L’operazione è stata ufficializzata domenica sera: la holding italiana Camfin, principale azionista di Pirelli, annunciato di aver firmato un accordo con China National Chemical Corp (CNCC), controllata da ChemChina. Un accordo di “partnership industriale a lungo termine riguardante Pirelli”, che sfocerà nella presa di controllo del quinto costruttore mondiale. L’accordo prevede la creazione di una nuova ditta, Bidco, azionista principale di Pirelli e “sarà controllata indirettamente da CNCC, in partnership con Camfin”, precisa un comunicato.
Il gruppo cinese riacquisterà il 26.2% della quota di Camfin in Pirelli e completerà la sua prese di controllo tramite un’offerta sul capitale di € 15 per ogni titolo Pirelli, valorizzando il costruttore italiano a 7,1 miliardi di euro. L’operazione verrà conclusa l’estate prossima e il capo attuale di Pirelli, Tronchetti Provera, resterà al comando del gruppo italiano. Sebbene la sede legale verrà mantenuta in Italia, il nuovo asset non dovrebbe essere più quotato a Milano.
Pirelli dispone già da 10 anni di due aziende di produzione in Cina che dovrebbero lanciare la produzione destinata all’Asia. Il vicepresidente dello sviluppo economico, Claudio De Vincenti, ha voluto che l’entrata da parte di ChemChina (36 miliardi di euro di fatturato) permetta a Pirelli di “rimanere una grande impresa radicata nel paese e aumentare la sua competitività a livello mondiale.”
È comunque la prima volta che uno dei grandi costruttori mondiali (Michelin, Goodyear, Bridgestone,…) diventi cinese. Un colpo di fulmine che preannuncia una nuova concorrenza in un mercato molto concentrato. Per ChemChina, che opera in svariati settori che vanno dalla chimica alla gomma, è l’opportunità di accedere ad un know-how tecnologico complesso, chiesa dei pneumatici di formula uno a quelli destinati alla produzione stradale in serie.