La studentessa Paola Tricomi doveva prendere il volo per discutere la tesi di dottorato ma la compagnia Ryanair le ha negato l’accesso in aereo a causa della necessità del ventilatore polmonare.
Si tratta di una discriminazione a cui ha seguito un percorso difficile per poter risolvere l’inconveniente.
Come denuncia la studentessa su Facebook, Paola Tricomi, la compagnia Ryanair le ha negato di avere attivo a bordo il ventilatore polmonare senza il quale non può respirare.
Purtroppo, anche se la ragazza aveva ribadito agli operatori di aver già seguito la tratta fino alla Scuola Normale di Pisa, stavolta non è stata autorizzata a volare, nonostante avesse già acquistato i biglietti.
Nel 2019, Paola aveva già utilizzato a bordo di un aereo della stessa compagnia il suo ventilatore polmonare e in passato lo stesso è successo anche per tanti altri voli nazionali e non con lo stesso ausilio, fondamentale per lei dal momento che la sua condizione, di cui soffre da diversi anni, la obbliga a vivere con l’aiuto di macchinari per la respirazione.
Dallo sfogo della ragazza sui social si capisce come si sia sentita vittima di una gravissima discriminazione, che riguarda il diritto di respirare che dovrebbe essere una libertà per tutti.
Inoltre, continua, non potrà nemmeno chiedere il rimborso del biglietto perché sul sito della compagnia è ben spiegata questa nuova regola e quindi Paola avrebbe dovuto informarsi prima.
Ryanair ha il monopolio della tratta Catania-Pisa, quella che doveva percorrere Paola per discutere la tesi di dottorato, quindi non c’era altra alternativa per lei di poter arrivare alla Scuola Normale di Pisa.
Un’esperienza che ha lasciato la dottoranda davvero sconcertata, infatti sostiene di voler annunciare il fatto alla stampa nazionale perché è insensato e senza alcuna logica ma soprattutto, lede la dignità umana.
Purtroppo l’unico modo per far salire Paola Tricomi a bordo era con gli ausili della respirazione spenti.
Dopo aver parlato a lungo con gli operatori di Ryanair è stata pubblicata la conversazione intera in cui gli operatori si scusano per il disagio e per la frustrazione arrecata alla ragazza, la quale ribatte di non essersi sentita frustrata ma discriminata perché non è sua la scelta di non poter respirare autonomamente ma ne è costretta.
Oggi, informa Paola, la compagnia irlandese sembra essere tornata sui suoi passi però è triste dover ancora combattere per un semplice diritto come respirare.
Interviene sull’accaduto anche il direttore dell’Istituto Normale di Pisa, dove Paola era diretta per discutere la tesi. Il professor Luigi Ambrosio ha diramato una nota stampa esprimendo la sua solidarietà a Paola e dicendosi profondamente sconcertato.
Parlando della ragazza proveniente da Catania, afferma la sua brillantezza, sottolineando che di tratta di una studentessa in Lettere e Filosofia molto brava, che di certo non meritava un trattamento simile solo per una problema di salute.
Le necessità della ragazza prevedono attrezzature che aiutino la respirazione e questa è una condizione imprescindibile. Paola deve affrontare tante difficoltà ogni giorno a causa delle sue condizioni di salute, ma ha una grande forza di volontà, la quale la sta portando molto avanti nella carriera universitaria.
Questo è un ulteriore disagio ma anche un senso di esclusione, continua Ambrosio, che non le giovano. Ha diritto ad essere trattata come gli altri e speriamo che la situazione si risolva presto. “Ti aspettiamo Paola!”, conclude.
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