Può l’ecologia essere anche trendy e divenire oggetto di culto tra maniaci del fashion, oltre che per gli amanti della natura? Guardare per credere la Nelson Street Cycleway di Auckland, una pista ciclabile rosa in Nuova Zelanda divenuta rapidamente oggetto di culto trasversale, facendo impallidire anche il tunnel ciclopedonale di Amsterdam, giusto per restare nel campo della mobilità sostenibile. Ed indubbiamente si fa notare questa arteria che collega Upper Queen Street bridge con Quay Street nella capitale neozelandese, già ribattezzata ‘Pink bike path‘ dagli appassionati di tutto il mondo.
Non è solo gradevole all’occhio questa pista ciclabile dal colore vistoso, ma un esempio intelligente di riutilizzo di costruzioni obsolete a favore di una mobilità eco-friendly: infatti la Nelson Street Cycleway era una vecchia rampa di accesso all’autostrada di Auckland ormai in disuso, che è stata recuperata per fornire a ciclisti e pedoni una scorciatoia in modo da poter arrivare più rapidamente sulla costa della capitale neozelandese. Ma perché il colore rosa? A voler essere pignoli in realtà si tratta di telemagenta, una tonalità che rientra nella scala dei violetti, ma gli architetti scelti dall’Agenzia del trasporto della Nuova Zelanda e la società di trasporti di Auckland, che hanno realizzato l’opera inserita nel Programma per le piste ciclabili finanziato dal governo, hanno spiegato che hanno scelto appositamente un colore molto acceso per distinguersi dal paesaggio urbano e per smarcarsi dai tradizionali percorsi ciclabili, creando un’opera utile alla comunità che fosse allo stesso tempo un’installazione artistica urbana.
E il risultato si può dire riuscito, visto l’apprezzamento espresso anche sul web dagli appassionati delle due ruote, tanto che la Nelson Street Cycleway di Auckland è riuscita a entrare persino tra le finaliste del World Architecture Festival di Berlino nell’apposita sezione trasporti, a testimonianza del successo raggiunto dalla pista ciclabile rosa. Ma non c’è solo il colore tra le caratteristiche peculiari di questo percorso ciclistico, dotato anche di 300 paletti luminosi a led posizionati su una delle due pareti di vetro, che forniscono nelle ore notturne un ulteriore slancio cromatico alla pista, in particolare durante il tramonto. Insomma una pista ciclabile bella ed utile, un’opera che esprime ai massimi l’ingegno umano tanto dal punto di vista tecnico quanto sotto il profilo artistico. E chi lo dice che il rosa deve essere per forza un pugno nell’occhio?