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Pittori che dipingono altri pittori. Come sarebbero i grandi dell’arte visti da altri grandi dell’arte? Purtroppo o per fortuna gli esempi sono pochi, visto che a pochissimi pittori è venuto in mente di fare il ritratto dell’altro (e in molti casi lo hanno fatto senza neanche conoscersi). Il che da un lato è un bene – se Van Gogh si fosse messo a dipingere colleghi, sarebbe mai nata la Notte Stellata? – dall’altro un male, perché sarebbe stato curioso e forse anche divertente scoprire come i grandi pittori si vedevano l’uno con l’altro.
Pittori che dipingono pittori, pochi casi ma buoni. Jean-Michel Basquiat è stato ‘immortalato’ da Andy Warhol: oggi conosciuto come un writer e pittore statunitense nonché uno dei più importanti esponenti del graffitismo americano, Basquiat deve molto al collega, che nel 1983 lo fece conoscere al mondo intero. Warhol fu così impressionato dalla sua mascotte, come successivamente lo definirono i giornali americani, da realizzare una serie di collaborazioni a quattro e sei mani (il terzo è Francesco Calabrese), nelle quali lo stile dell’uno si mischia a quello dell’altro.
Anche Vincent Van Gogh e Paul Gauguin si conobbero davvero: galeotta fu l’estate del 1888, quando Théo van Gogh (il fratello del pittore) contattò Gauguin e si offrì di pagargli il soggiorno ad Arles e l’acquisto di dodici quadri ogni anno se avesse visitato Vincent (per la cronaca: Gauguin accettò perché voleva trasferirsi in Martinica). Va detto che il pittore francese si considerava migliore di Van Gogh – opinione peraltro condivisa dal celebre olandese – e quindi si prese la briga di correggere il collega cui “mancava lo squillo di tromba. Mi assunsi il compito di chiarirglielo – scrive Paul – e mi fu facile, perché trovavo un terreno ricco e fecondo“. Va detto che le lezioni – e l’amicizia – furono abbastanza burrascose, se è vero che secondo alcune ricostruzioni, non fu Van Gogh a staccarsi l’orecchio, ma fu Gauguin a farlo.
Non si incontrarono invece Fernando Botero e Pablo Picasso: privatamente non si sa, ma non risulta che i due artisti latini (colombiano il primo, spagnolo il secondo), che oggi sono frequenti ‘condomini’ in svariate mostre d’arte, collaborarono mai insieme, anche se Botero ha omaggiato Picasso con un ‘ritratto dilatato’ – ricordiamo che le figure tondeggianti sono una ‘frma’ boteriana.
Amore a prima vista – matrimonio di lui con Anja Cimiakin e undici anni di differenza nonostante – per Gabriele Münter e Vasilij Vasil’evič Kandinskij, meglio noto come Vassily Kandinsky. I due si conobbero alla Phalanx School, poi nell’estate del 1902 lui invitò lei ad un corso di pittura ma ben presto l’interesse diventò più personale che professionale.
Purtroppo la loro storia d’amore non è delle migliori: complice la testardaggine della moglie (secondo cui lui sarebbe stato infelice con lei; e non è che avesse tutti i torti, a posteriori), Munter e Kandinsky vissero more uxorio fino al 1911, anno in cui la Cimiakin concesse il divorzio al pittore, anche se oramai l’amore tra i fedifraghi era scemato. Lui finì anche in clinica fin quando nel 1914 non li separò la guerra, ma prima di mollarsi, la coppia comprò anche una casa nelle Alpi bavaresi, che diventò il ritrovo degli artisti e musicisti di tutto il mondo. Non esiste solo Vasily Kandinsky dipinto da Gabriele Münter, ma anche un ritratto di lei realizzato da lui nel 1905 e oggi conservato nella Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco.
Chiudiamo questa gallery dei pittori che dipingono altri pittori con Lucian Freud, nipote del celeberrimo Sigmund, padre della psicanalisi, e Francis Bacon: anche in questo caso i due si conobbero, e nel 1954 furono chiamati a rappresentare la Gran Bretagna alla XXVII Biennale di Arti Visive di Venezia insieme a Ben Nicholson. Da segnalare anche qui che esiste anche il ritratto di Freud fatto da Bacon, un trittico intitolato Three Studies of Lucian Freud che, realizzato nel 1969, nel novembre 2013 è stato venduto in un’asta di Christie’s per oltre 140 milioni di dollari, divenendo il quadro più pagato fino a quel momento.
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