Sono oltre 100mila gli sbarchi di migranti nel nostro Paese nel 2023, si tratta del dato più alto dal 2017.
Il picco si è avuto in questo periodo di Ferragosto ma già da alcune informazioni rese note in questi giorni, sappiamo che la situazione dei flussi migratori verso le nostre coste mostra numeri allarmanti, addirittura raddoppiati rispetto agli stessi dati del medesimo periodo del 2022. La rotta è cambiata rispetto ad alcuni anni fa, in cui il Paese da cui si registravano più partenze era la Libia. Oggi i migranti salpano prevalentemente dalla Tunisia (la spiaggia di Sfax in primis) e quelli che arrivano sulla terraferma tratti in salvo dalle autorità, sono solo una parte di tutti quelli che iniziano la traversata nella speranza di arrivare sani e salvi, affrontando in condizioni pessime la pericolosissima rotta del Mediterraneo centrale.
Sono stati oltre 100mila gli arrivi di migranti registrati sulle nostre coste da gennaio del 2023 fino ad oggi. L’impennata degli arrivi c’è stata in questo periodo di ferragosto, quando è stata superata la soglia più altra dal 2017.
In quell’anno approdarono in Italia 119mila migranti nell’arco dell’anno e ricordiamo che i dati raccolti finora parlano solo della prima metà del 2023 quindi il dato è destinato ad aumentare. I numeri che riportiamo oggi arrivano dal sito del Viminale, impegnato ad alleggerire centri di prima accoglienza che ormai sono diventati simbolo di questa emergenza, come quello di Lampedusa, di Pozzallo e di Porto Empedocle, tutti costantemente al collasso.
Il ministero dell’Interno ha rilevato il 14 agosto, 155 arrivi, mentre il giorno dopo erano sono stati 232 per un totale di 387. Tenendo presente che alle 8 del mattino del 14 agosto il portale segnalava che il nostro Paese ha accolto dall’inizio dell’anno 99.771 migranti, con gli ultimi arrivi la soglia dei 100mila è stata superata.
Secondo Piantedosi c’è bisogno di potenziare i rimpatri, secondo altri bisogna aumentare le strutture italiane di prima accoglienza, ancora c’è chi pensa che servano accordi concreti con la Tunisia e gli altri Paesi da dove partono queste persone. Ad ogni modo, emerge una situazione fuori controllo che sta diventando ingestibile ma è così da mesi e non è una novità sebbene leggere i dati nero su bianco è tutt’altra storia.
Teniamo anche presente dei tanti che perdono la vita e non riescono a raggiungere le nostre coste e così quella speranza di una vita migliora va in frantumi come le bagnarole su cui gli stranieri sono costretti ad avventurarsi pagando un prezzo spropositato. Sono storie tragiche che spingono mamme incinta, uomini e minori non accompagnati, a imbarcarsi verso una prospettiva di vita diversa da quella che si lasciano alle spalle.
Se si guardano i numeri degli ultimi anni, nel 2016 arrivarono 181mila stranieri, per lo più dalla Libia. È il dato più alto dagli anni Novanta fino a oggi ma anche l’anno successivo non fu da meno, però in quel caso intervenne il governo Gentiloni con il memorandum Minniti con la Libia. Il provvedimento preso a giugno del 2017 portava il nome dell’allora ministro dell’Interno italiano e lo scopo era fornire alle autorità di Tripoli i mezzi finanziari e navali necessari, in cambio di un maggiore controllo e freno sulle partenze.
Tale accordo fece crollare gli arrivi dei migranti in Italia, infatti dai 119mila di quell’anno, ce ne furono solo 23mila nel 2018 e 11mila l’anno seguente. Quest’ultimo è il dato più basso e venne registrato quando il ministro per gli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale era Luigi Di Maio, che rinnovò il memorandum.
Da quel momento però i numeri sono aumentati di nuovo, specialmente dopo lo stop delle restrizioni legate al Covid. Nel 2022 il dato finale era di oltre 87mila arrivi.
L’Italia continua ad essere il punto di arrivo centrale nel Mediterraneo per migliaia di stranieri che arrivano dall’Est Europa, dal Medio Oriente e dall’Africa Subsahariana. Le analisi del Viminale lo confermano e forse davvero bisognerebbe mettere mano a quel provvedimento, che in questo caso coinvolgerebbe il luogo più interessato dalle partenze: non più la Libia ma la Tunisia.
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