Ancora altre accuse di molestie a carico di Placido Domingo. Decine e decine di donne negli anni hanno deciso di rompere il muro del silenzio, di parlare, raccontando tutto quello che è accaduto tra la fine degli anni ’80 e gli anni 2000, quando cioè il tenore era direttore generale della Washington National Opera e della “Los Angeles Opera”. Oggi un’altra voce si è aggiunta al coro, quella di una cantante spagnola, la prima di questa nazionalità tra le donne ascoltate fino ad ora.
Placido Domingo è senza dubbio un uomo che ha scritto la storia dell’opera, diventandone di diritto il più famoso esponente ancora in vita. Eppure, la sua di storia, quella personale, è ormai macchiata, ma non con la penna, con un pennarello indelebile: decine e decine di donne – almeno una trentina ad oggi in tutto – dal 2019 ad oggi hanno raccontato di aver subito molestie di vario tipo proprio da parte sua e di aver visto la loro carriera cambiare e i solo sogni sgretolarsi davanti ai loro occhi dopo aver rifiutato le sue avances. Un’altra donna – la prima spagnola – ha parlato e il suo racconto non pare essere tanto diverso dai precedenti.
“Non posso dare un bacio se non me la sento, il mio canto, la mia preparazione non sono sufficienti, devo fare questo per valere?”. Queste parole della soprano uruguaiana Luz del Alba Rubio riassumono alla perfezione tutto quello che è accaduto, a quanto pare, alle decine di donne che hanno accusato Placido Domingo di molestie. Sembra essere uno schema già scritto questo, un copione quasi che molti uomini “di potere” seguono pedissequamente al fine di potersi approfittare di donne desiderose di scalare la montagna del successo: i primi fanno avances, consci del loro potere e della loro autorità, le seconde si ritrovano incredule davanti a quello che i loro occhi vedono, consapevoli che stanno per scegliere tra la loro dignità di donna e la loro carriera probabilmente, oppure – ancora peggio – si trovano costrette a fare cose che mai avrebbero voluto fare.
Un no detto alla persona sbagliata potrebbe cambiare le sorti della loro professione, ma un sì potrebbe cambiare per sempre la loro vita. Lo sanno benissimo le 80 donne molestate da Harvey Weinstein, ad esempio, tutte giovani attrici con la speranza di poter sfondare nel mondo del cinema che, anziché trovare un uomo incline ad aiutarle e a riuscire nel loro intento, hanno trovato un “orco” capace solo di usare la sua influenza per attirarle e abusare poi di loro.
Ma no, cara Luz, non è assolutamente questo “il prezzo da pagare”. Delle loro azioni il prezzo lo pagheranno questi “uomini”. E infatti è quello che sta accadendo anche a Placido Domingo, il cui lato oscuro ormai è venuto alla luce.
La voce di una cantante lirica spagnola si sta unendo al coro di voci che già avevamo sentito nel 2019 in quella che tutti ricorderanno come la mega inchiesta dall’agenzia Associated Press. All’epoca le prime nove donne decisero di parlare: di queste otto erano cantanti e una era una ballerina, ma sette di loro affermarono di aver visto danneggiate le loro carriere dopo aver respinto colui che ad oggi è considerato il più famoso cantante d’opera vivente. Ad alcune sono saltati come per magia alcuni impegni, altre non hanno più messo piede all’Opera di Los Angeles (strana coincidenza).
Alle nove donne se ne aggiunsero altre undici e così via fino ad arrivare a 27 casi di abusi e condotta inappropriata. Tutte le storie raccontate avevano un comune denominatore: raccontavano di baci rubati con forza, di chiamate arrivate nel cuore della notte (anche quando la persona che le riceveva non aveva fornito personalmente il suo numero), insistenti tentativi di approcci, inviti ripetuti ad appuntamenti, toccate inappropriate.
All’epoca all’inchiesta dell’Associated Press si aggiunse anche un’indagine condotta proprio dall’Opera di Los Angeles e una dall’American Guild of Musical Artists. In particolare, l’ex vicepresidente dell’AGMA, il baritono Samuel Schulz, aveva raccontato di un (presunto) accordo tra il tenore e il sindacato finalizzato a insabbiare le accuse a carico del primo, dal valore di mezzo milione di dollari. Schulz, però, decise di comunicare tutto alla stampa e, non a caso, da allora è stato sollevato dal suo incarico e non si è più esibito (una sorte analoga a quella toccata alle donne che hanno deciso di dire di no in sostanza).
All’epoca Domingo si difese attraverso un comunicato stampa, che recitava così: “Le accuse di queste donne rimaste anonime, che risalgono anche a trent’anni fa, sono molto preoccupanti e inesatte per come sono state raccontate. Ciononostante, fa male sentire che potrei aver turbato qualcuno o che potrei averlo messo a disagio, non importa quanto tempo fa e nonostante le mie migliori intenzioni. Credo che tutte le mie interazioni e le mie relazioni siano sempre state bene accette e consensuali. Le persone che mi conoscono o che hanno lavorato con me sanno che non sono uno che farebbe intenzionalmente del male, che offenderebbe o che metterebbe a disagio qualcuno. Tuttavia, riconosco che le regole e gli standard con i quali ci dobbiamo – e dovremmo – misurare oggi sono molto diversi da quelli del passato. Sono fortunato e privilegiato ad aver avuto una carriera di oltre 50 anni nell’opera e mi comporterò seguendo gli standard più alti”.
In effetti pare che tutto abbia avuto inizio intorno alla fine degli anni ’80 e che diverse persone del settore fossero perfettamente a conoscenza di tutto, ma abbiano preferito sempre non parlare. A parlare però hanno continuato le vittime di queste molestie. L’ultima – in ordine cronologico – una cantante lirica spagnola, rimasta anonima, che ha accusato pubblicamente Domingo nel programma tv Salvados. I fatti risalirebbero agli anni 2000, quando i due condividevano il palco.
“È intoccabile, non dovrebbe esserlo ma lo è”: è bastata questa semplice frase per riassumere la situazione. Un personaggio del calibro di Placido Domingo è considerato quasi una divinità nel suo settore e probabilmente anche per questo – e per paura di conseguenti ripercussioni – molte donne hanno impiegato anni per parlare (fermo restando che, a prescindere da chi sia il carnefice, ogni vittima può decidere autonomamente quanto tempo impiegherà per metabolizzare quanto accaduto).
Stando al suo racconto, in ogni caso, pare che Domingo l’avrebbe baciata sulla bocca durante un’esibizione sul palco in Spagna, contro la sua volontà, non appena le luci si spensero. Ma non solo, perché Domingo in un’altra occasione mentre in un’altra occasione le avrebbe chiesto di mettere la mano nella tasca posteriore dei pantaloni che indossava, il tutto davanti ad alcuni testimoni. “Vorrei che nei teatri ci fosse una figura che tenesse d’occhio le cose e che i cantanti potessero chiedere aiuto. Queste cose a volte accadono in piena vista”: così ha poi commentato quanto le è accaduto in quegli anni. E in effetti non ha poi tutti i torti, dal momento che, come abbiamo anticipato, oggi è risaputo che all’epoca era risaputo (e scusate il gioco di parole).
Nella stessa trasmissione, inoltre, prima di lei è stata sentita un’altra donna, il mezzosoprano americano Patricia Wulf, nonché la prima donna ad aver accusato Domingo di molestie. Quello che lei definisce praticamente “un dio” – in ambito lavorativo, si intende – in realtà altro non fu che l’uomo che la rese da professionista a vittima di abusi. All’epoca, infatti, il tenore compariva nel suo camerino, pur sapendo che si stava vestendo e, quindi, non era perfettamente presentabile, la chiamava anche in piena notte, parlava di suo marito come del suo “rivale”, le faceva continue avances con insistenza.
Ecco, cambiano le protagoniste, ma il quadro resta sempre lo stesso: le pennellate di violenza – anche psicologica – sono ben visibili, come lo sono quelle di vergogna, di timore di perdere il lavoro, di dolore. Tutto porta però solo a una direzione oggi: quello della parola. Molte donne hanno trovato il coraggio di raccontare, dando vita così a una scia di denunce su cui se ne stanno collocando altre. Nel frattempo, chiunque si sia trincerato per anni dietro il muro del silenzio, pur sapendo quello che accadeva alle giovani donne quando il sipario calava, oggi probabilmente si troverà a convivere con il senso di colpa, vedendo la sofferenza causata alle vittime.
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