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Placido Domingo ‘bacchetta’ i tenori de Il Volo, definendoli bravi, ma non cantanti d’opera. Questa la ‘stroncatura’ del tenore, in realtà più una precisazione che non una vera e propria ‘cattiveria’. Il primo luglio 1 luglio in Piazza Santa Croce a Firenze Domingo ha diretto il gruppo musicale composto da Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto in un concerto che voleva rendere omaggio ai tre tenori, lo stesso Domingo, Luciano Pavarotti e José Carreras, e proprio da questo appuntamento è nata la precisazione.
A Placido Domingo piacciono i tre ragazzi de Il Volo, ma avrebbero – a detta del tenore – dovuto/potuto scegliere una carriera diversa: il cantante ha scoperto Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto grazie ai tre nipoti, un giorno in cui arrivato a casa ha sentito la loro versione di O Sole Mio. Interpellato dal Corriere della Sera se ci sia il rischio di fare confusione facendo paragoni tra loro e il gruppo dei tre tenori (che ‘debuttarono’ in occasione dei mondiali di Italia ’90), Domingo spiega che ogni artista viene creato dal pubblico, nel senso che è il pubblico che sceglie.
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‘Loro sono simpatici, hanno belle voci. Ma non sono cantanti d’opera, anche se nel loro repertorio di musical e canzoni hanno aggiunto delle arie‘, dice il tenore, aggiungendo che Barone, Ginoble e Boschetto avrebbero potuto fare una carriera pop, invece hanno deciso di ispirarsi a Pavarotti, Carreras e Domingo, che però quando si riunirono avevano alle spalle più di venticinque anni di carriera: ‘La nostra esperienza insieme è stata unica‘, aggiunge Domingo, pur concedendo ai tenorini di non essere nati in una notte, in quanto lavorano già da qualche anno; il tenore spiega poi che, considerato l’opera è un mondo importante ma piccolo, ben venga tutto ciò che può allargarne i confini ben venga, a partire dall’aumento dell’educazione musicale.
Domingo ripercorre poi la sua carriera musicale, sottolineando tra l’altro come gli piaccia mettersi in gioco e studiare nuovi spartiti, tra cui il marchese di Posa del Don Carlo e Miller di Luisa Miller e qualche Donizetti; il tenore spiega di amare il sacrificio di Loris della Fedora, mentre non gli piacciono il Duca di Mantova del Rigoletto e Don Giovanni, che non ha mai cantato. Tra i suoi sogni, dirigere un’opera (e chissà se lo farà per i 50 anni che Doming festeggerà nel 2019 alla Scala), mentre all’intervistatore che gli ricorda come Charles Aznavour canti ancora a 92 anni, Domingo risponde che all’opera non si può e nemmeno vorrebbe: al momento ha contratti per altri tre anni, quando compirà 80 anni, potrebbe accettare di dirigere soltanto.
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