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Plastica nell’acqua potabile dei rubinetti in tutto il mondo: la conferma da una ricerca USA

L’inquinamento dell’acqua causato dalla plastica arriva direttamente nelle nostre case: l’acqua potabile che esce dai rubinetti in tutto il mondo è contaminata da microfibre di plastica. A dirlo è una ricerca originale di Orb Media, organizzazione no profit di Washington, che insieme all’Università statale di New York e l’Università del Minnesota, ha condotto test su campioni di acqua potabile prelevati in città grandi e piccole in tutto il globo. Il risultato è stato sconcertante: l’83% dei test sono risultati positivi alla presenza di plastica nell’acqua, con picchi di oltre il 90% negli USA, compresa la Trump Tower, il palazzo del Congresso degli Stati Uniti o la sede dell’Epa, l’ente per la protezione ambientale americano.

Lo studio di Orb Media (che trovate quiin versione completa) è la prima prova di quanto gli scienziati sostengono da tempo e cioè che l’inquinamento da plastica è a livelli allarmanti nei mari, tanto che si trova nel pesce che mangiamo, e nelle acque dolci, cioè nell’acqua che beviamo.

La presenza di queste microfibre di plastica nell’acqua corrente è stata certificata in tutto il mondo, a tutte le latitudini e in tutte le città, piccole o grandi che siano. È stata trovata la plastica nel ristorante Trump Grill nella Trump Tower, a New York, a Washington e in tutti gli Stati Uniti, come in Asia, Africa e in Europa.

Secondo gli scienziati, se c’è plastica nell’acqua dolce potrebbe esserci anche in tutti i cibi che vengono confezionati usando l’acqua, dal pane alla pasta alle zuppe e il latte artificiale. In tutto il mondo dunque rischiamo non solo di bere plastica ma anche di mangiarla con quasi tutti gli alimenti di cui ci nutriamo.

Il fenomeno non è ristretto a un singolo Paese ma è globale. La percentuale più alta si è registrata negli Stati Uniti dove il 94% dei campioni è risultato contaminato da fibre di plastica. Stessa percentuale per Beirtu, in Libano, seguiti da Mumbai, India (82%), Kampala, in Uganda (81%), Giacarta, in Indonesia (76%), Quito, in Ecuador (75%) e varie città in Europa (72%).

Ancora non è chiaro come tutta quella plastica sia finita nelle acque dolci di tutto il mondo. Secondo gli scienziati sarebbero diverse le fonti di contaminazione come i lavaggi dei vestiti industriali, le gomme di auto e camion, le vernici per le imbarcazioni e per le case, tutta la spazzatura gettata in mare, nei laghi e nei corsi d’acqua, nonché la presenza di micro fibre nell’aria e nei cosmetici.

Lo studio dimostra la presenza pervasiva della plastica in ogni ambiente della Terra, cosa che non ci mette al riparo dagli effetti dannosi che può avere sul nostro organismo in nessun luogo del globo. “La plastica sta impattando la fauna in modo preoccupante, come possiamo pensare che non stia impattando anche noi?“, si è chiesta Sherri Mason, esperta dell’università di New York che ha supervisionato l’analisi di Orb.

Ora conosciamo la risposta: sappiamo che qualcosa deve cambiare e deve accadere in fretta perché ne va della nostra salute.

Lorena Cacace

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