Da qualche giorno a Roma è arrivata la task force dei tecnici della Commissione europea sul Pnrr.
La loro presenza è dovuta a degli incontri atti a chiarire le misure previste dal Governo italiano.
“Gli Stati membri dovrebbero attuare il loro Pnrr approvato dal Consiglio.L’attuazione include milestones e obiettivi, secondo scadenze chiare” sono state queste le affermazioni arrivate da Veerle Nuyts, la portavoce della Commissione.
Al riguardo ha voluto dare ulteriori precisazioni in merito, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, il quale ha dichiarato che alla luce di quanto sta accadendo, il Pnrr “continua a essere un qualcosa che va non cambiato, ma ritoccato, rivisto”.
In particolar modo, Salvini ritiene che bisogna rivedere i tempi dato che, essendo ormai alla fine del 2022, sembra sin troppo ambizioso riuscire a portare a termine ogni opera per poi redicontarle entro l’anno 2026.
Inoltre il ministro ha suggerito di aggiornare i prezzi, considerando questa operazione di urgente necessità.
Non è l’unico a pensarla in questo modo, in quanto lo stesso parere è di Gilberto Pichetto, il ministro dell’Ambiente.
Quest’ultimo ha posto un ulteriore problematica confrontando gli obiettivi del Pnrr con il carovita costantemente presente.
“Dovremo rivedere il Pnrr con l’Europa, perché a causa dell’inflazione, solo il mio ministero dell’Ambiente per gli interventi ha un onere maggiore di 5 miliardi. Sui 35 previsti o si taglia sulle opere, o non ci stiamo dentro”. Questo è quanto affermato da Picchetto.
Nei prossimi giorni sarà possibile venire a conoscenza della situazione attuale di spesa del Pnrr.
Inizialmente vi era una previsione, per cui la spesa del piano nazionale di ripresa e resilienza era di 42 miliardi.
A seguire ci sono stati diversi ribassi e si è arrivati ad una cifra di 22 miliardi di euro a settembre.
Il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto ha fatto sapere che “Nei prossimi giorni noi prenderemo atto di quanto si è speso. Ma temo che la percentuale di spesa non sarà molto alta e sarà distante dai 22 miliardi di euro. L’indicatore della spesa è molto preoccupante, perché se mettiamo insieme tutte le risorse disponibili e le proiettiamo al 2026 è chiaro che c’è bisogno di un confronto a livello europeo e nazionale”.
Intanto la task force Ue si è già incontrata ed è già al lavoro per chiarire tutta la situazione.
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