Per riceverli tutti i soldi del Pnrr è necessario raggiungere 525 obiettivi e avviare 190 misure. Nel frattempo, Bruxelles ha inviato a Roma 67 miliardi di euro ed è stato raggiunto un accordo per le prossime rate. Facciamo il punto sulla situazione.
Il valore del Piano italiano è pari a 191,5 miliardi di euro, suddivisi in 122,5 miliardi di prestiti e 69 miliardi di sovvenzioni. Per ricevere tutti i soldi è necessario accettare la sfida e raggiungere 525 obiettivi. Sono tante le difficoltà che sono emerse in questi mesi, tutte sono state attribuite ai governi precedenti. L’esecutivo Draghi ha fissato 527 interventi senza tenere conto della reale capacità dell’Italia. La formula adottata da Palazzo Chigi e dal ministro Fitto è quella dei “vasi comunicanti”. La finalità è quella di calmierare le tensioni con i sindaci e gli altri ministri. Per salvare il Pnrr si sarebbero dovuti eliminare una serie di interventi, mentre per evitare le proteste degli interessati le opere saranno finanziate con il fondo complementare al Pnrr e con i fondi di coesione e di sviluppo.
Si tratta di fondi che non scadono nel 2026 e non prevedono controlli cogenti da parte di Bruxelles. Il “negoziato preventivo” consente di recuperare tempo sui monitoraggi che la commissione Ue fa sul raggiungimento del pacchetto di obiettivi previsti semestralmente. Si tratta di una strada che l0esecutivo ha già sperimentato quando ha approvato le modifiche a dieci dei 27 target assegnati dal Piano per il primo semestre dell’anno. Il governo intende seguire lo stesso modus operandi fino alla fine del mese di giugno 2026 quando terminerà il Pnrr.
Il documento di 148 pagine ha riscritto il Pnrr per i prossimi sei semestri. Il governo ha eliminato gli investimenti che non si sarebbero mai potuti completare in tempo e ha provveduto a riformulare la tempistica di quelli che sono in ritardo.
L’esecutivo vuole evitare ciò che è accaduto con la terza rata del Pnrr: scoprire di essere in ritardo e di non essere in grado di raggiungere gli obiettivi assegnati per il secondo semestre dello scorso anno, affrontando una complessa fase di controllo da parte di Bruxelles. L’esecutivo è consapevole di presentarsi alla commissione Ue con una mole di proposte di rettifica del Pnrr davvero molto rilevante. In ogni caso, il governo italiano dovrà affrontare un complicato negoziato con Bruxelles, che esprimerà il proprio parere entro la fine dell’anni.
Bruxelles ha inviato a Roma quasi 67 miliardi di euro per sostenere gli interventi inseriti nel Pnrr. La prima tranche è stata erogata ad agosto 2021 in forma di pre-finanziamento. Si trattava si quasi 25 miliardi di euro, suddivisi in quasi 16 miliardi di prestiti e nove miliardi a fondo perduto. Poi ad aprile 2022 è arrivata la rata da 21 miliardi di euro, distribuita in 11 miliardi di prestiti ed in dieci di sovvenzioni. Un altro importo di eguale misura è stato incassato alla fine dell’anno 2022. Dopo mesi di ritardi e di rinegoziazioni, è stata raggiunta un’intesa tra Ue e Italia per le rate successive.
L’ammontare complessivo della terza e della quarta rata non cambia ed è pari a 35 miliardi di euro. La terza rata prevede 54 obiettivi per oltre 18 miliardi di euro, mentre per la quarta rata gli obiettivi sono 28 per oltre 16 miliardi di euro. Per quanto concerne le scadenze, l’esecutivo ha chiarito che sono due richieste all’anno e non necessariamente con cadenza semestrale.
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