Si svolgeranno il 20 settembre le controanalisi dopo la richiesta di Pogba, risultato positivo al testosterone. Qualora venisse confermata la positività si aprirà il processo.
Paul Pogba non ci sta e chiede le controanalisi. Il centrocampista della Juventus era stato trovato positivo a un test antidoping di routine lo scorso agosto, al termine della gara Udinese-Juventus valevole per la prima giornata di Serie A, che aveva visto il francese rimanere in panchina per tutti i 90 minuti. Pogba intanto volerà a Parigi per un processo di tentata estorsione nei suoi confronti: le mosse della Juve in caso di positività, dalla risoluzione del contratto allo stipendio.
Il controllo antidoping del 20 agosto, al quale Paul Pogba era risultato positivo è piombato come una tegola del centrocampista francese già da anni alle prese con guai fisici e con vicende extra campo che gli avevano – come da lui stesso dichiarato in una recente intervista per Al Jazeera – (quasi) tolto il sorriso.
Un fulmine a ciel sereno tra uno sbadiglio e l’altro di questa sosta per le nazionali, per la Juventus, per i fan, e per il calciatore che adesso però non si arrende e chiede le controanalisi.
Secondo quanto si legge in queste ore su Tuttosport, Pogba e il suo staff sarebbero tramite le dovute ricostruzioni riusciti a risalare alla causa dell’esito del test. Si tratterebbe secondo quanto scritto dal quotidiano torinese vicino alle vicende bianconere di un integratore (che sarebbe stato assunto a Miami), suggerito pare da uno specialista americano noto alla famiglia del centrocampista, ma vietato nel nostro Paese. I legali di Pogba non vogliono rinunciare al diritto di controprova, per evitare di presentarsi in una posizione debole all’eventuale processo.
Nel pomeriggio come detto è stata avanzata la richiesta di controanalisi, con il giocatore che come da procedure antidoping aveva tempo fino a stasera per presentare la richiesta di un ulteriore controllo. In caso di positività – le analisi verranno effettuate il 20 settembre – si aprirà la fase istruttoria della Procura anti doping.
Diversi i possibili sviluppi della vicenda. Si va dall’archiviazione, al patteggiamento o al processo in tribunale anti doping. Qualora poi venisse confermata la condanna la squalifica di due anni è tra le pene previste, ma se la violazione in questione si riferisse a una sostanza vietata specificata e l’Organizzazione Antidoping e questa fosse in grado di dimostrarne la violazione intenzionale, la pena potrebbe raddoppiare. La condanna poi potrebbe portare ancora alla decisione di ricorso, al Tas di Losanna.
Quella che i legali del calciatore porteranno come linea difensiva pare possa essere il concetto di non consapevolezza. Il giocatore sosterrebbe di non essere stato a conoscenza di alcuna norma violata, e ancora sulla non conoscenza delle caratteristiche vietate del prodotto assunto in questione, sempre se le controanalisi dovessero portare ancora alla conferma della positività.
Per quanto riguarda il club, anche la Juventus prepara le sue mosse. I bianconeri infatti sarebbero pronti a prendere provvedimenti tra cui la sospensione dello stipendio. Le considerazioni verranno fatte ancora dopo l’eventuale positività delle controanalisi. Ci sono poi degli accordi, in vigore dal 31 gennaio 2023 fino al 30 giugno 2024 – come riporta nella giornata odierna SkySport – tra Lega Serie A, Figc e Aic, nella quali all’articolo 5 sul pagamento della Retribuzione di un calciatore si fa cenno alla sospensione del pagamento anche in caso il calciatore riceva provvedimenti disciplinari interdittivi (dell’attività sportiva) per mano di sanzioni in materia di illeciti sportivi, divieto di scommesse, doping, indisponibilità del calciatore per effetto di provvedimenti temporanei delle Autorità giudiziarie. Questo nel caso in cui la Juventus decida di sospendere lo stipendio del calciatore, ma potrebbero arrivare contromisure più ferree.
Si valuterebbe anche lo scenario di risoluzione del contratto. All’articolo 11 infatti, sugli inadempimenti e sulle clausole penali, il club di Serie A è in caso di squalifica per doping autorizzato a ridurre la retribuzione o in alternativa risolvere il contratto stesso. Risoluzione che potrebbe durare per il periodo della squalifica, per poi decorrere in caso di sospensione della pena.
Nella giornata di domani, venerdì 15 settembre, Pogba volerà inoltre a Parigi dove negli uffici dei giudici istruttori della capitale francese prenderà parte all’udienza per tentata estorsione nei suoi confronti. L’accusa è mossa al fratello di Pogba, Mathias, che insieme ad altri presunti ricattatori avrebbe tentato di estorcere il calciatore. Le accuse sono “tentata estorsione e associazione a delinquere”.
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