[fotogallery id=”1093″]
I politici che hanno cambiato partito, da un certo punto di vista, spesso giungono alla ribalta della cronaca proprio per la loro decisione. E’ proprio questa idea di passare da una formazione politica all’altra che li fa diventare particolarmente famosi. Di certo non deve essere così facile optare per una scelta politica differente, specialmente per chi da Sinistra decide di passare a Destra o viceversa. Eppure i “vagabondi” della politica non sono poi così rari come si possa pensare. Il nostro giudizio nei loro confronti non è affatto di giustificazione, visto che pensiamo che ci siano problemi molto più importanti di cui occuparsi a vantaggio della collettività.
In sostanza piuttosto che pensare a trovare una collocazione, meglio fare il proprio dovere, per aiutare il nostro Paese. Ma molte volte non è così, perché per molti politici è impossibile resistere al desiderio di ricominciare, sotto il segno di un’altra identità: ribaltone o semplice cambiamento di idea?
Giulio Tremonti
Giulio Tremonti può essere definito uno dei primi casi di cambiamento vero e proprio, che non rimase affatto indifferente. Inizialmente fu eletto deputato nella lista del Patto Segni, nel 1994. A poca distanza di tempo si trasferì nel gruppo misto, in modo da riuscire a diventare ministro delle Finanze nell’ambito del Governo Berlusconi.
Lamberto Dini
Lamberto Dini era stato ministro del Tesoro e, dopo la caduta di Berlusconi, nel 1995 accettò di diventare Presidente del Consiglio sostenuto dal PDS. In seguito accettò di essere ministro degli Esteri, nel 1996, nell’ambito del primo Governo di Prodi. Ma la situazione di Dini non fu per niente lineare. Egli era riuscito a diventare nel 2006 presidente della Commissione Esteri nel Governo di Centro-Sinistra. Era pure membro del comitato nazionale del Partito Democratico. Tuttavia ad un certo punto decise di ritornare nel Centro-Destra, candidandosi nelle liste del Popolo della Libertà.
Clemente Mastella
Clemente Mastella era stato in ottimi rapporti con Silvio Berlusconi. Infatti era stato ministro del Lavoro nell’ambito del Governo Berlusconi. Nel 1998, dopo Prodi, passò a costituire l’Udr con Francesco Cossiga e appoggiò la nascita del Governo di Massimo D’Alema. Dieci anni dopo decise di ritornare in coalizione con il Cavaliere, facendo cadere il secondo Governo Prodi.
Daniela Santanchè
Daniela Santanchè inizialmente faceva parte di An, poi decise di avvicinarsi a La Destra di Francesco Storace, di cui divenne la candidata Premier. Tuttavia l’esperienza non si rivelò fruttuosa, in quanto non riuscì a superare lo sbarramento del 4%. Proprio per questo tentò, insieme ad altri, di fondare il Movimento per l’Italia e da qui prese la via, per ritornare direttamente nella sfera di influenza di Berlusconi.
Marco Follini e Sergio De Gregorio
Sergio De Gregorio fu eletto nel 2006 con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro ed entrò a far parte della Commissione Difesa. Ad un certo punto si fece nominare presidente di Commissione del Centro-Destra lasciando lo schieramento che lo aveva eletto. Poi passò definitivamente al Polo delle Libertà, rifiutandosi di votare la fiducia al Governo di Centro-Sinistra. Quest’ultimo, comunque, riuscì ad accogliere Marco Follini, che non andava più d’accordo con la linea dell’UdC più vicina a Berlusconi.