Continuano le proteste in Polonia dove, venerdì 23 ottobre, la Corte Costituzionale ha votato per negare la possibilità di interrompere la gravidanza anche in caso di malformazioni gravi del feto. Ieri, lunedì 26 ottobre, è stato il quinto giorno consecutivo di manifestazioni nel Paese. Già da giovedì scorso migliaia di persone hanno deciso di scendere per le strade per esprimere il loro dissenso contro il divieto di aborto.
I manifestanti contro il partito al governo
I manifestanti, che rivolgo le loro proteste contro il governo guidato dal partito di destra e populista Diritto e Giustizia (PiS), il Tribunale costituzionale e la Chiesa cattolica, hanno bloccato alcune tra le principali strade delle città polacche. Diversi inoltre gli scontri con la polizia e alcuni gruppi di estrema destra che hanno organizzato delle vere e proprio contro-manifestazioni.
“Siamo in guerra per i diritti delle donne” è uno degli slogan gridati dai manifestanti.
Jarosław Kaczyński, vicepremier e presidente di Diritto e Giustizia, che inizialmente sperava si trattasse di una protesta che si sarebbe spenta nel giro di pochi giorni, adesso ha iniziato a preoccuparsi. Infatti, la protesta si è estesa in 150 città, da Varsavia ai piccoli paesi nelle campagne, diventando così un vero e proprio movimento nazionale.
Secondo Marta Lempart, dell’organizzazione femminile “Lo sciopero delle donne”, lo scopo dei tanti giovani accorsi a protestare in piazza sarebbe quello di mandare via l’attuale governo del vicepremier Kaczyński.
La protesta per il diritto all’aborto è arrivata anche oltre oceano
La protesta, inoltre, ha superato i confini nazionali. Sono infatti tantissime le adesioni raccolte in tutte le parti del mondo. La cantante americana Miley Cirus, molto apprezzata in Polonia, ha pubblicato sul profilo Instagram della sua associazione Happy Hippie Foundation, che si occupa principalmente di homeless e diritti Lgtbq+, le motivazioni della protesta.
Le manifestazioni continueranno nei prossimi giorni
La legislazione polacca in materia di interruzione della gravidanza è tra le più restrittive d’Europa. A seguito della sentenza, l’aborto in Polonia è consentito solo quando la gravidanza minaccia la salute della donna o è il risultato di stupro o incesto.
Le proteste nel Paese non sembrano quindi cessare ed è previsto per domani, mercoledì 28 ottobre, uno sciopero nazionale e una marcia di protesta a Varsavia.