Come combattere il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici è una delle ossessioni ricorrenti della scienza odierna, oltre che della politica, che è chiamata a prendere decisioni importanti urgentemente, magari già a partire dall’imminente Cop21 di Parigi. Una delle soluzioni più audaci ed originali promosse di recente da alcuni scienziati statunitensi è quella di spruzzare polvere di diamanti nell’atmosfera pur di abbassare la temperatura della Terra: l’ipotesi è stata avanzata da alcuni esperti del clima dell’Università di Harvard, e pubblicata sulla rivista Atmospheric Chemistry and Physics.
In base ai calcoli dei ricercatori, le nanoparticelle di diamante che tanto scatenano l’avidità umana sarebbero molto più efficaci e rispettose dell’ambiente rispetto agli aerosol di solfati, che da diversi anni sono al centro del dibattito scientifico sul riscaldamento globale: questi ultimi infatti, che dovrebbero abbassare la temperatura della Terra mimando gli effetti di un’eruzione vulcanica, rischierebbero di scatenare pericolosi effetti collaterali, generando acido solforico che danneggia lo strato di ozono intorno alla Terra, oppure surriscaldando gli strati più bassi dell’atmosfera, alterando venti e clima. Inoltre questi solfati potrebbero diffondere la luce sulla superficie terrestre, aumentando a dismisura la crescita delle piante riducendo contemporaneamente la produttività dei pannelli solari. Insomma sarebbero più le controindicazioni che non i supposti benefici, mentre al contrario la polvere di diamanti avrebbe delle virtù insospettabili.
Gli scienziati affermano la possibilità di utilizzare due tipi di nanoparticelle solide, quelle fatte di ossido di alluminio, che avrebbero lo stesso effetto raffreddante dei solfati, e quelle con diamanti sintetici, che invece sarebbero più efficaci del 50 per cento. Ma in questo caso il costo del salvataggio della Terra sarebbe davvero caro, giacché la polvere di diamante sintetico viene pagata circa 100 dollari al chilo, e per raffreddare l’intero pianeta si dovrebbe pagare miliardi di dollari ogni anno. I ricercatori sostengono che è ancora prematuro fare questi calcoli, e per il momento concentrano i loro sforzi sulle nanoparticelle di ossido di alluminio, più semplici da produrre e maggiormente controllate sotto l’aspetto della stabilità chimica e della sicurezza. Ma se i dati della ricerca venissero confermati, i diamanti si rivelerebbero ben più che ‘i migliori amici delle donne’, come cantava Marilyn Monroe tanti anni or sono.
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