[didascalia fornitore=”ansa”]Il cantautore Gino Paoli[/didascalia]
Il noto cantautore (genovese di adozione) Gino Paoli dice la sua sul progetto del ponte vivibile alternativo al Ponte Morandi, ideato dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: ”È una stronzata’, commenta intervistato alla trasmissione di Radio1 Un giorno da pecora andata in onda il 26 settembre. E riferendosi all’idea lanciata invece dall’archistar Renzo Piano, che apprezza tanto, affonda: ”Quando uno si mette in competizione col più grande architetto del mondo, vuol dire che è cretino”.
Il ministro Danilo Toninelli aveva lanciato l’idea di ricostruire il ponte di Genova su più livelli, rendendolo ”un ponte vivibile”, pieno di ristoranti, negozi e altre attività, idea che è stata commentata ironicamente così dal cantautore Gino Paoli: ”Sì, dev’essere bellissimo mangiare mentre passano i camion da rimorchio”.
I conduttori Lauro e Cuccioli allora hanno evidenziato che probabilmente, nel progetto di Toninelli, le attività commerciali sarebbero destinate a essere costruite sotto il ponte, quindi Paoli ha corretto il tiro: ”Ah beh, anche quello sarebbe bellissimo: col ponte sopra la testa, deve essere proprio piacevole”. La conclusione è una sola: ”È una stronzata”, è il commento definitivo del cantautore.
Gino Paoli ha invece apprezzato l’idea dell’architetto Renzo Piano: ”Il suo progetto per il ponte Morandi è fatto con lo spirito di un genovese, con tanti piloni piccoli. Sarà un ponte che ha leggerezza, perché Renzo cerca di dare all’opera lo spirito del luogo”.
[didascalia fornitore=”ansa”]Il sindaco di Genova Marco Bucci e l’architetto Renzo Piano (S) nel corso di una conferenza stampa sulla presentazione del progetto del nuovo viadotto dopo il crollo del ponte Morandi[/didascalia]
Intanto Toninelli ha ribadito la bontà della sua idea per il nuovo ponte di Genova postando su Facebook alcune foto del ponte Galata che si trova a Istanbul, in Turchia, per dare un esempio di come potrebbe essere: ”Qualche ignorante ancora discute la mia affermazione circa la possibilità di costruire un ponte multilivello e multifunzione. Si tratta di gente che non capisce come una grande opera possa condurre a riqualificare, a ridisegnare, a ripensare la vocazione di un’intera area, trasformando magari in luoghi da vivere e da fruire anche quei ‘non luoghi’ che oggi spesso vediamo essere le aree sotto i ponti, ricettacolo per lo più di degrado. Non voglio sponsorizzare progetti specifici su Genova di cui pure molto si è parlato e che mi hanno colpito per la loro sostenibilità, bellezza, tecnologia e intelligenza. Voglio solo far notare che ripensare le opere pubbliche significa abbattere il più possibile il loro impatto ambientale e anche incastonarle al meglio nei contesti in cui sorgono, conferendo magari valore aggiunto a quegli stessi contesti. Un luogo di mero transito può così diventare un luogo di vita. Animato e funzionale. Solo chi è rimasto fermo a 50 anni fa non lo capisce. Peraltro non serve nemmeno guardare troppo al futuro. Basta pensare al Ponte di Galata a Istanbul: un passaggio urbano di circa 500 metri, nato negli anni Novanta, sotto cui c’è una animata galleria commerciale e tantissimi ristoranti. Ebbene sì, ecco un ponte sotto il quale da anni si passeggia, si socializza. E si mangia. Cosa c’è di strano? Nel frattempo, dalle parti della evoluta Stoccolma, da tempo si progettano infrastrutture così:
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Tra i commenti che si leggono sotto a questo post spicca quello di una utente genovese che puntualizza: ”Il Ponte Galata di Istanbul collega la città vecchia con la nuova e non è un ponte autostradale. Noi Genovesi vogliamo un ponte autostradale, punto. Il Luna Park non ci interessa. Quindi di che cosa stiamo parlando?”.