Durante il processo del ponte del crollo Morandi, a Genova, l’ex amministratore delegato della holding Benetton edizione, Gianni Mion, ha confessato di essere stato a conoscenza dei rischi del ponte, 8 anni prima dell’incidente, avvenuto l’11 agosto del 2018.
Gli avvocati della difesa credono che le dichiarazioni rilasciate durante il processo dall’ex amministratore delegato siano inattendibili e prive di riscontri.
Gli avvocati della difesa coinvolte nel processo del ponte Morandi hanno rilasciato in una nota delle importanti dichiarazioni circa le parole di Mion, interrogato in aula.
“Le dichiarazioni di Mion sono risultate del tutto prive di riferimenti oggettivi e riscontrabili e rese da un soggetto che all’esito dell’esame si è dimostrato inattendibile”.
Questo è quanto si legge in una nota in cui i legali della difesa ritengono prive di riscontri le dichiarazioni di Gianni Mion, ex amministratore delegato della holding Benetton edizione. Quest’ultimo, in aula aveva dichiarato di essere a conoscenza dei rischi di crollo del ponte Morandi, già dal lontano 2010, quindi 8 anni prima della tragedia.
Mion si è giustificato dicendo di non aver detto o fatto nulla perché aveva paura di perdere il posto di lavoro.
Nell’ultima udienza in aula per il ponte Morandi di Genova, crollato l’11 agosto del 2018, sono emerse delle importanti rivelazioni circa quanto dichiarato da Gianni Mion, ex amministratore delegato della holding Benetton edizione.
quest’ultimo infatti ha confessato di essere a conoscenza dei rischi che correva il ponte dal 2010 ma ha dichiarato di essere stato in silenzio e di non aver fatto nulla onde evitare di perdere il suo posto di lavoro.
“Per certo vi è che il signor Mion della riunione ‘memorabile’ non ricordava il giorno, il mese, l’anno, la stagione e neppure i partecipanti di quella riunione e, ad espressa domanda della difesa, ha smentito la consapevolezza di qualsiasi rischio di crollo”.
Queste le parole dei legali della difesa, i quali accusano Mion: quest’ultimo, aveva addirittura confermato ai tecnici preposti la sicurezza del ponte.
“ho letto anch’io di queste dichiarazioni e devo dire che la cosa non passa inosservata, almeno nei termini in cui sono state riportate. Parlerò con i miei colleghi venerdì prossimo, chiederò la trascrizione integrale della deposizione del testimone e decideremo il da farsi”.
Queste sono state le dichiarazioni di Nicola Piacente, procuratore di Genova, il quale al ritorno da Strasburgo cercherà di capire se ci sono i presupposti per indagare Gianni Mion.
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