Gianni Mion ammette durante il processo sul crollo del ponte Morandi di essere stato a conoscenza di rischi nel 2010, 8 anni prima della tragedia.
Secondo quanto affermato durante il processo per il crollo del ponte Morandi, Gianni Mion era conoscenza di un rischio crollo per il ponte. In una riunione del 2010: “emersero dei problemi di progettazione al ponte“. Lex addì del gruppo Benetton edizione sempre durante esso ho detto di essersi rammaricato per non aver fatto nulla: l’avvocato di Riccardo Rigacci dopo le dichiarazioni di Mion ha chiesto di sospendere l’esame e di indagarlo.
Sono passati quasi cinque anni da quell’11 agosto 2018, quando a causa del crollo del ponte Morandi 43 persone tra automobilistiche transitavano e operatori che lavoravano nella sottostante isola ecologica dell’AMIU avevano perso la vita. Kyo tragedia che scosse l’opinione pubblica e fece riflettere tutto il paese sulla questione della tenuta delle strade italiane e della manutenzione delle opere pubbliche.
Dopo tanti anni da quel dramma dunque, adesso dettagli importanti tramite i processi. In queste ore ha fatto molto discutere la testimonianza di Gianni Mion, ex amministratore delegato della holding Benetton edizione, che avrebbe confessato di essere stato a conoscenza di alcuni difetti di progettazione che avrebbero potuto portare a un crollo.
Lex sempre delegato si riferisce nel dettaglio a una riunione tesi nel 2010, quindi otto anni prima del crollo del ponte. Mion ha detto durante il processo, che proprio in quella riunione: “Emerse che il ponte aveva un difetto di progettazione originario, e che era a rischio crollo“. Mion, che è stato consigliere di amministrazione Aspi, a inoltre affermato di aver chiesto in quell’occasione sese fosse necessario certificare la sicurezza. Secondo la sua testimonianza era stato Riccardo Mollo a rispondere: “Ce la autocertifichiamo”
Chiama la regione, come raccontato durante il processo, però di Mion fu inesistente. L’ex amministratore delegato ha detto: “Non dissi nulla ma mi preoccupai. Era facile o si chiudeva o doveva arrivare una certificazione da un esterno. Io non ho fatto nulla”. Mion racconta di essere occupato per quella discussione avuta durante la riunione, e adesso a 13 anni di distanza da quei fatti esprime il suo rammarico per non aver approfondito.
L’ex amministratore delegato durante il processo si è riferito dunque una riunione del 2010, alla quale avevano partecipato anche l’amministratore delegato Giovanni Castellucci insieme al direttore generale Riccardo Mollo; e ancora Gilberto Benetton, il collegiale sindacale di Atlantia e alcuni tecnici di Spea.
Presente in aula anche l’ex direttore del Primo tronco di Autostrade, Riccardo Rigacci, il quale uno dei 58 indagati nel processo del crollo. Il suo avvocato Giorgio Perrone, alle parole di Mion, a chiesto immediatamente di sospendere l’esame dell’ex amministratore delegato. Il legale ha anche chiesto alla corte di indagarlo, ma l’esame è andato avanti correttamente e i giudici hanno deciso che si risolveranno sulla richiesta dell’avvocato di Rigacci.
Chiama le confessioni di Gianni Mion continuano durante il processo. Chiedo quanto affermato di recente dall’ex amministratore delegato, la società non sarebbe stata in grado di gestire come si deve una rete autostradale: “Eravamo in preparati a gestire una rete autostradale”. Questa preoccupazione portò all’idea della fusione proprio Mion, che propose l’ingresso degli spagnoli di Avertis. Di fatto, la fusione tra la società Atlantia e Abertis, racconta Mion, fu una sua idea, ma questo creò attriti.
Secondo le sue testimonianze durante il processo infatti, Mion dice che l’ingresso della società spagnola influì in maniera negativa tra i rapporti con Vito Gamberale e l’allora direttore generale Giovanni Castellucci. La fusione per Mion era necessaria, per la gestione di una rete autostradale che era “troppo difficile”. “Mi auspicavo un intervento di terzi per questo motivo, ma Gamberale dopo averla supportata all’invio una volta vista la reazione contraria della politica cambiò idea”.
Da quel momento, racconta Mion, anche Gilberto Benetton avrebbe iniziato a raffreddarsi: “Non mi seguiva più, disse che non si doveva fare. Aveva fiducia in Castellucci il quale pensava che non avessimo bisogno di soci esteri“.
L’ingresso di Abertis secondo Mion sarebbe dovuto servire a diluire i compiti di una società che dava invece per scontato di essere in grado di gestire la situazione autostrada, grazie al vecchio management, racconta ancora l’ex ad, che racconta invece come Gamberale e Castellucci temessero da queste novità di perdere del potere.
Walter Cotugno, pubblico ministero, ha poi condotto l’esame di Mion sulla figura di Cstellucci. Lo stesso Mion lo definisce una “Persona preparatissima”, approva approfondiva qualsiasi questione con ottima competenza e sagacia, andando anche nei dettagli. A fatto cose eccezionali secondo Mion, il quale cita il protocollo ottenuto per gli aeroporti di Roma.
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