Matteo Renzi rilancia l’ipotesi di realizzazione del ponte sullo Stretto, il progetto sulla grande infrastruttura che dovrebbe unire Calabria e Sicilia di cui si parla da anni e che tanto sta a cuore al ministro dell’Interno Angelino Alfano, che soltanto qualche mese fa lanciava appelli in tal senso (evidentemente andati a buon fine). Il coro di chi è avverso alla grande opera si è subito alzato, con il sindaco di Messina che ha parlato di ‘follia per il meridione‘ e la Codacons che ironicamente ha chiuso il discorso ”sembra uno scherzo di Carnevale agli italiani, fatto in largo anticipo”.
Solo pochi mesi fa Renzi utilizzava altre parole: “Iniziamo a mettere a posto le strade di Sicilia, perché se non riusciamo a unire Catania con Messina e Palermo di che cosa parliamo?” Era il marzo di quest’anno e da allora le strade di Sicilia non sono migliorate: sono ancora dissestate e insufficienti. Meglio spostarsi in treno? Per percorre i 210 km che separano Catania da Palermo, le due città principali della Sicilia, occorrono quasi 3 ore con un regionale veloce. Se invece si ha la necessità di spostarsi da Catania a Trapani le ore sono oltre 9 e occorre cambiare 3 treni. Si fa prima a volare a New York.
Ma torniamo a Renzi, secondo il quale occorre “completare il grande progetto di quella che Delrio chiama la Napoli-Palermo, per non parlare di ponte sullo Stretto” . Il presidente del Consiglio ha descritto la grande opera come “un’operazione che porti non soltanto posti di lavoro, 100 mila posti di lavoro, ma che sia utile. Perché devi fare una struttura che sia in condizione di togliere la Calabria dall’isolamento nel quale è, e che consenta di tornare ad avere una Sicilia più vicina e raggiungibile“.
E’ questo l’assist lanciato da Renzi alla Salini Impregilo, in occasione della mostra per i 110 anni del gruppo inaugurata il 27 settembre in Triennale a Milano. Rivolgendosi a Pietro Salini, il premier ha concluso: “Noi siamo pronti. Se voi siete nella condizione di portare le carte e sistemare ciò che è fermo da 10 anni, noi sblocchiamo“.
(nella foto, da sinistra:l’Ambasciatore Americano John R. Phillips, Claudio Salini e Matteo Renzi)
“Noi siamo sempre pronti”, commenta pochi minuti dopo il manager. “Se avessi i permessi per cominciare domani mattina, in sei anni il ponte sta là” dice spavaldo ma poi rallenta: “il problema non è tecnico, ma di carattere politico, burocratico, di consenso generale, di spesa“, secondo Salini bisogna però “rendere l’opera il meno impattante possibile sui conti dello Stato“. “Se creiamo le condizioni perché il ponte possa essere un’opera in cui possano investire gli investitori privati, e ce ne sono tantissimi che vogliono investire in Italia, ma devono avere un quadro regolatorio molto chiaro, il ponte si fa con i soldi degli altri“.
CHE DICE IL SINDACO DI MESSINA?All’ipotesi ventilata dal Premier Renzi di sbloccare i lavori per il Ponte sullo Stretto di Messina sono seguite immediatamente le reazioni di chi, quest’opera, non la vuole. A cominciare dal Sindaco di Messina Renato Accorinti, che in un’intervista a Radio Montecarlo ha commentato “E’ una follia per il Meridione e siamo stanchi degli annunci sui posti di lavoro. Ci sono motivazioni forti che ci spingono a dire di no e nessuno si azzardi, neanche Renzi, a parlare di Ponte sullo Stretto perché divento una belva. Vogliono fare populismo ma la nostra città si opporrà in tutti i modi“.
(Accorinti a Torino, alla 32° assemblea nazionale ANCI)
E ancora ha ricordato: “Ho fatto 15 anni di battaglia contro questa infrastruttura per la quale sono già stati sperperati 600 milioni di euro. Renzi rinnega le sue stesse parole: quando eravamo in Calabria per inaugurare Terna il Premier disse che il Ponte sullo Stretto si sarebbe potuto fare solo dopo aver completato tutte le infrastrutture nel meridione. Oggi, da Salerno in giù c’è il deserto infrastrutturale e la Sicilia ha la peggiore ferrovia d’Europa, andiamo ancora a binario unico e a gasolio. Ora cosa vuole fare il Presidente del Consiglio? Spendere cifre inimmaginabili per 3 km di ponte che collega due pezzi di deserto? Basta populismo, ci opporremo in tutti i modi“.
CHE DICONO GLI ITALIANI?Il Codacons ha commentato: ”Le affermazioni odierne di Matteo Renzi sul Ponte sullo Stretto sembrano uno scherzo di Carnevale agli italiani, fatto in largo anticipo. Prima di parlare di progetti faraonici come il Ponte sullo Stretto, Renzi farebbe bene a portare a termine le 868 opere incompiute esistenti in Italia e dire ai cittadini dove troverà 1,4 miliardi di euro necessari per il completamento dei lavori – ha detto il presidente Carlo Rienzi – Facile fare annunci a voce, molto più difficile se non impossibile reperire le risorse necessarie per la realizzazione del maxi-progetto, usato da tutti i Governi come spot elettorale di facile presa sui cittadini. Ricordiamo al nostro Premier che in Italia esistono ancora 868 infrastrutture non portate a compimento censite dal Codacons, che hanno già prodotto un immenso spreco a carico dei cittadini pari a 4 miliardi di euro, e per la cui realizzazione definitiva serviranno almeno altri 1,4 miliardi“.
(Milano, 110° anniversario di Salini Impregilo)
QUESTIONE DI PRIORITA’Ma a rifletterci bene le priorità in Italia non sono soltanto le grandi opere incompiute, perché ci sono diverse cose che andrebbero messe a posto prima di pensare al ponte sullo Stretto. Ad esempio, vista l’attualità, una potrebbe essere la messa in sicurezza delle zone a rischio terremoti con i relativi adeguamenti antisismici, un’altra potrebbe essere il recupero ambientale volto a contrastare il dissesto idrogeologico e il conseguente e disastroso rischio alluvioni, un’altra ancora potrebbe essere la messa in agibilità e sicurezza di tutta l’edilizia scolastica, per rendere adeguati i luoghi dove i nostri figli studiano e maturano.
Ma l’elenco potrebbe continuare ancora. Vogliamo parlare della condizione in cui vertono gli ospedali italiani? Molte strutture sono fatiscenti e le liste di attesa dei pazienti sono interminabili perché mancano attrezzature adeguate. Vogliamo discutere di quanto sono fruibili le nostre città per i portatori di handicap? Ci sono barriere architettoniche ovunque, la vita di un disabile può essere un vero inferno, ma l”inclusione sociale’ è solo uno slogan per le pubblicità ministeriali. E se poi vogliamo restare nell’ambito dei trasporti, quando riusciremo a dare al sud le ferrovie che meritano? Una più ampia discussione sulle priorità da realizzare, insomma, è quello che auspichiamo per il bene dell’Italia.