Matteo Salvini è stato contestato al suo arrivo in mattinata a Messina. La gente in strada contro il Ponte sullo Stretto.
Nella mattinata di oggi Matteo Salvini si è recato a Messina, per l’iniziativa della Cisl e della Federazioni Filca costruzioni e Fit trasporti, tenutasi stamattina alle 9, conclusasi alle 13 sulla nave ormeggiata Elio. Il ministro delle Infrastrutture è stato contestato dagli abitanti, scesi in strada a protestare che hanno chiesto un confronto: “Via Salvini da Messina”.
Tanti i manifestanti nella mattinata di oggi a Messina, contro Matteo Salvini. I cittadini siciliani contrari alla costruzione del Ponte sullo Stretto, si sono radunati con cartelloni e megafoni per portare l’attenzione sulle vere problematiche dell’Isola. I messinesi hanno chiesto maggiori interventi del governo in Sicilia su temi come la Sanità, l’Istruzione, e le Infrastrutture certo, ma prima del Ponte che colleghi all’Italia, ci sarebbe un’intera Regione che necessiterebbe di nuove opere.
Lanci di carta igienica all’arrivo al porto, fischi e “vergogna” da parte dei tanti presenti. Molti gli slogan contro il Capitano, da “Via Salvini da Messina” ai più coloriti: “Va*****lo il Ponte sullo Stretto, vogliamo l’acqua dal rubinetto“. Secondo i manifestanti infatti il Ponte sarebbe solo un cappello che vuole mettere questo governo, mentre l’opera non sarebbe risolutiva per le problematiche della Sicilia.
Quando la gente chiede spiegazioni, Matteo Salvini risponde con le provocazioni. Non è certo una novità. Il leader della Lega infatti, alle contestazioni di chi crede che 14 miliardi di euro per finanziare il Ponte sullo Stretto siano una cifra astronomica, ha risposto – proprio al Sud Italia dove i sussidi vista la situazione di maggiore difficoltà economica sono stati richiesti in grande numero – che a lavori fatti il Ponte costerà meno della metà del Reddito di Cittadinanza.
Solo, conclude Salvini, “che il reddito di cittadinanza non lascia traccia mentre questo è qualcosa che verrà usato da milioni di persone“. Quello che i tanti cittadini contrari al Ponte hanno chiesto oggi in protesta al ministro però, si riferisce piuttosto al focus da parte di Roma sbagliato sulle infrastrutture del Sud.
I manifestanti infatti hanno posto l’accento sulle “miriadi di cose che avrebbero la priorità” rispetto alla costruzione del Ponte sullo Stretto, facendo notare certo il costo esorbitante e lo choc ambientale che potrebbe provocare, ma sottolineando come il governo ha avuto occhi per la Sicilia solo per la realizzazione di un’opera che in fin dei conti ormai non è più una priorità. Collegare l’Isola al Continente infatti, al giorno d’oggi, dove la gente viaggia su treni veloci e in aereo, sembra quasi anacronistico.
In Sicilia manca l’alta velocità, mancano le autostrade, mancano i collegamenti provinciali, le gallerie non permettono ai treni di viaggiare ad alta velocità, i binari ferroviari sono obsoleti, i prezzi dei pochi voli per i viaggi interni al Paese sono esorbitanti. Sembra paradossale dunque, che il governo di punto in bianco voglia spendere 14 miliardi di euro investendo in Sicilia, storicamente ignorata, che aspetta da decenni un cambiamento che difficilmente avverrà grazie al Ponte sullo Stretto.
Matteo Salvini però tira dritto, orgoglioso del progetto: “Il ponte unirà finalmente l’Italia dopo cinquant’anni di chiacchiere, di tempo e di soldi spesi, creerà centomila posti di lavoro soprattutto per giovani che di lavoro hanno voglia, fame e diritto. Ripulirà l’ambiente, l’aria, il mare e sarà un’opportunità per le imprese di tutta Italia oltre che l’indicazione di quanto l’ingegneria italiana, i lavoratori italiani siano i migliori al mondo“.
Cinquant’anni di chiacchiere, dice il leader del Carroccio. Proprio così, il ponte – a detta dei contrari – rimane un progetto obsoleto, di una politica di 70 anni fa. Ma spetterebbe a un Ponte l’ardua impresa di unire l’Italia? O magari a una politica equa su tutto il territorio, dal Nord al Sud, che garantisca la realizzazione dei servizi fondamentali ai cittadini tra Sanità, istruzione, infrastrutture? Lasciare al Ponte sullo Stretto il lavoro sporco, da chi (la Lega), ha invece non appena messo piede a Palazzo Chigi voluto proporre in fretta e furia leggi come l’Autonomia Differenziata, sembra piuttosto uno scarico di responsabilità.
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