L’autopsia sul corpo di Dean Kronsbein, dopo l’incidente a Porto Cervo in Yacht. L’uomo non è morto di infarto: forte trauma toracico e lesione spinale.
Da quanto emerso dall’autopsia, effettuata in queste ore sul corpo di Dean Kronsbein, pare che l’uomo non sia morto di infarto come precedentemente ipotizzato. L’imprenditore tedesco infatti ha riportato diverse lesioni a causa di una caduta a terra. L’incidente lo scorso 31 luglio sugli scogli di Porto Cervo.
Porto Cervo, incinte in Yacht: la vittima non è morta di infarto
Lesione spinale e trauma toracico, in seguito al forte impatto al suolo. Sarebbero queste le cause della morte di Dean Kronsbein. L’imprenditore era finito contro gli scogli di Porto Cervo, la scorsa domenica, con il suo Yacht, distruggendo l’imbarcazione.
Nelle ore subito successive all’incidente la prima ipotesi era stata quella di morte per infarto per l’anglo-tedesco, ma gli accertamenti delle ultime ore sembrano stavolta aver tolto ogni dubbio sulle cause del decesso.
Secondo quanto riferito dai media sardi, pare che l’autopsia sia stata eseguita nella giornata di ieri, e che i primi risultati siano emersi già in tarda serata.
Rimane in ogni caso ancora più di un punto interrogativo sulle dinamiche dell’incidente. Le indagini starebbero seguendo la pista delle acquisizioni di tablet e telefoni dei passeggeri bordo degli yacht coinvolti nell’incidente.
In totale, dopo lo scontro tra Amore e Sweet Dragon, erano rimaste ferite quattro persone di cui due gravi – ossia moglie e figlia dell’imprenditore.
Porto Cervo, Yacht sugli scogli: le dinamiche dell’incidente
Sono stati sequestrati, da quanto si apprende nelle ultime ore, i dispositivi elettronici di tutti i presenti a bordo per far luce sulle dinamiche dell’incidente.
Le autorità giudiziarie potranno dunque visionare telefoni e tablet, ma anche computer portatili dei passeggeri con la finalità di poter risalire all’esatta rotta percorsa da entrambe le imbarcazioni, tramite la localizzazione Gps dei degli apparecchi elettronici.
Nello svolgimento delle investigazioni sarebbe ancora da definire il ruolo di una terza barca, con bandiera di Malta, che da quanto risulta avrebbe assistito alla scena da vicino e i quali passeggeri si sarebbero inizialmente preoccupati di provare a soccorrere Dean Kronsbein.
A partire dal prossimo mercoledì sarà istituito un consulente per ricostruire l’esatta dinamica e anche per visionare i telefoni e i laptop sequestrati.
Entrambi i comandanti, delle barche coinvolte, sono stati indagati per omicidio colposo e lesioni. Si tratta per quanto riguarda della Sweet dragon – un motoscafo – Luigi Cortese. Mentre Mario Lallone era al timone di Amore. Secondo la testimonianza rilasciata da quest’ultimo, pare che la sua improvvisa virata sia stata dovuta alla paura di collisione proprio con il motoscafo. Una tesi portata avanti anche dalla famiglia dell’imprenditore tedesco deceduto nell’impatto.