Portogallo, al via la settimana corta: si lavorerà 4 giorni senza tagli al salario

Il Portogallo da tempo ipotizza il lancio della settimana corta lavorativa ed è finalmente pronta a partire la prima fase della sperimentazione.

Lavoratore Felice
Lavoratore- Nanopress.it

Sono diversi i Paesi che in Europa hanno scelto di ridurre la settimana lavorativa, riducendo il numero di ore ma mantenendo lo stesso salario. La prossima nazione pronta a fare questo passo è il Portogallo, che si prepara a partire con la prima fase della sperimentazione passando da 5 giorni lavorativi a 4 senza però cambi di salario per i dipendenti.

La settimana lavorativa passa da 5 a 4 giorni: il piano pronto a partire

Il governo di sinistra, attualmente eletto, in Portogallo lavora da tempo alla possibilità di ridurre la settimana lavorativa passando da 5 giorni a settimana a soli quattro giorni, quella che in tutto il mondo chiamano la settimana lavorativa corta. Questo cambiamento comporterebbe una riduzione dell’orario settimanale per ogni dipendente senza però andare ad intaccare in alcun modo il salario.

È una proposta molto discussa e che in Europa già in diversi Paesi è stata applicata sotto diverse forme. Lo scorso mercoledì in Portogallo è stato presentato il progetto pilota del governo alle parti sociali interessate tra cui politici, rappresentanti di lavoro e sindacati.

Il piano proposto è stato suddiviso in fasi e prevede l’inizio della prima fase a giugno 2023 andando ad interessare il settore pubblico ma anche quello privato. Ciò che si farà con questo piano pilota è una vera e propria sperimentazione per capire se la settimana corta possa funzionare nella nazione e che possa essere realmente applicata senza avere ripercussione sulla fruizione dei servizi e dei prodotti.

Nella prima fase è prevista l’adesione da parte delle aziende che ne faranno domanda entro gennaio 2023, sarà un’adesione volontaria e che è priva di sovvenzioni da parte del governo ciò servirà a capire se c’è un reale interesse da parte delle imprese a voler compiere questo passo.

Pedro Gomes ha dichiarato al País che in questa fase l’unica cosa che sarà offerta alle aziende è un sostegno per migliorare i processi di produttività. Qualora ci fosse una scarsa partecipazione sarà indice che non c’è motivo di continuare verso la fase successiva.

Team a lavoro
Team a lavoro – Nanopress.it

Le altre fasi del progetto

Nella seconda fase del progetto la settimana lavorativa corta verrà introdotta nel settore pubblico. E nella terza fase verranno invece sovvenzionate 60 aziende per permettergli la partecipazione al progetto.

Quest’ultime prenderanno parte ad uno studio comparativo a cui prenderanno parte altrettante aziende che invece manterranno la settimana lavorativa classica.

Non si hanno ancora certezze sui dettagli e su come sarà realizzata la riduzione della settimana, nella nazione sono previste per ogni dipendente 40 ore lavorative ma ci sono già diversi settori che ne applicano di meno. Si ipotizza di scalare l’orario da 40 ore settimanali a 36 ore ma secondo Gomes c’è al vaglio anche l’ipotesi di poter scendere a 34.

Come ha reagito l’imprenditoria

Secondo quanto riportato dal giornale Público il Presidente della Confederazione, che rappresenta la maggioranza dei datori di lavoro in Portogallo, ha definito questa proposta inopportuna. Molti infatti sono stati gli imprenditori che si sono dimostrati ostili a questa proposta di cambiamento.

Cosa succede nel resto d’Europa

Nel resto d’Europa sono diverse le settimane lavorative corte ad esempio in Islanda dal 2015 si è ridotto l’orario di lavoro a 35 o 36 ore settimanali per circa 2500 lavoratori.

In Spagna è in corso una sperimentazione che vede la riduzione da 39 ore settimanali a 32. In Belgio i dipendenti da quest’anno hanno la possibilità di ridurre la loro settimana di lavoro da 5 a 4 giorni mantenendo lo stesso quantitativo di ore settimanali. In Francia invece già dal 1998 si lavora solamente 35 ore settimanali.

Fuori dall’Europa

Il caso più conosciuto e sicuramente di maggior impatto è quello che riguarda la Microsoft in Giappone che ha scelto di dare ai suoi dipendenti un giorno di riposo in più. Una scelta che nel loro caso si è dimostrata vincente perché ha visto un aumento della produttività pari al 40%.

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