Ad oggi ci sono diverse offerte per poter inserire il Pos, attualmente obbligatorio nella propria attività. Diverse infatti sono le possibilità tra la scelta degli operatori che lavorano in questo settore. Ci sono inoltre svariati costi da sostenere, dall’acquisto del dispositivo, alle commissioni fino al canone. Ma quindi, quanto costa ad un commerciante avere un Pos? Scopriamolo insieme.
Le offerte dei vari operatori variano l’una dall’altra, proponendo ai commercianti diverse possibilità, in base all’utilizzo e all’investimento iniziale. L’acquisto del dispositivo sembrerebbe partire da circa 29 euro, mentre le commissioni sui vari pagamenti attraverso il dispositivo stesso variano tra l’1 e il 2%.
Si è parlato spesso ultimamente di questo strumento, in quanto il nuovo governo Meloni sembra abbia fatto scattare le sanzioni ai commercianti, solo per la mancata accettazione di questi a partire dai 60 euro di spesa. Fino ad oggi infatti era possibile acquistare anche un semplice caffè, pagando poi con la propria carta e usufruendo così del Pos del commerciante. Adesso cambia tutto sia per i clienti che per i commercianti. Vediamolo insieme.
Questo strumento ha lo scopo di semplificare i pagamenti per i consumatori, ma cosa succede dall’altra parte del bancone? Sembra infatti che per le tasse occulte legate all’utilizzo di questo dispositivo, per i commercianti sia una vera tortura. Tra attivazione, le commissioni e il canone, il commerciante è costretto a sborsare cifre esagerati.
Tutto porta ad un mancato guadagno da parte dell’esercente e ad una semplificazione per il cliente. Con l’ingresso del governo Meloni però, sembra che stia cambiando qualcosa, infatti il limite dal quale partono le sanzioni per la mancata accettazione di pagamento elettronico è stata cambiata. Se prima non vi era un vero limite, perché il cliente poteva pagare anche un semplice caffè richiedendo il Pos, ora la soglia parte dai 60 euro.
Sotto questa cifra infatti, non sarà più possibile richiedere la posibilità di pagare con la carta di credito, in quanto il commerciante si potrà rifiutare di usufruire dello strumento che rimane obbligatorio nel suo esercizio commerciale. I costi relativi al Pos però continuano a mettere in seria difficoltà i commercianti.
Il Pos può essere paragonato ad un servizio bancario e per tale motivo l’esercente può decidere autonomamente tra i vari servizi proposti dagli operatori. Nel nostro paese ci sono diversi attori che giocano in questo ruolo come ad esempio Nexi, nata in partnership con Intesa Sanpaolo, Unicredit, Sumup e Banca Sella.
In questo caso il commerciante dovrà sostenere due pagamenti: il primo riguarda il costo del dispositivo stesso e il secondo relativo alle commissione sui pagamenti registrati. Nel caso in cui l’esercente decida di acquistare il dispositivo senza canone, la cifra varia dal modello di POS scelto. Sul mercato si trovano diversi dispositivi che partono da un minimo di 29,99 euro, con cifre che possono arrivare a prezzi molto più alti per dispositivi più tecnologici.
La scelta di acquistare il prodotto basico ovviamente è ideale per chi deve sopperire pochi pagamenti e quindi non ha alcun tipo di convenienza a sottoporsi ad un abbonamento mensile, che inoltre presenta commissioni molto più alte. Ci sono invece altri commercianti che decidono di sottoscrivere un canone mensile. Nexi in questo caso propone una soluzione di 14,50 euro al mese, al quale però vanno sommati i €79 relativi all’installazione del dispositivo.
Unicredit invece offre un abbonamento mensile da 2,90 euro senza dover pagare anche i costi di attivazione. Ci sono quindi diverse opzioni, così che ogni commerciante in base alle sue necessità possa decidere autonomamente la somma da pagare. Ci sono ovviamente delle variazioni di prezzo per ogni operatore per quanto riguarda: l’installazione, l’acquisto del dispositivo, il canone mensile o annuale e le commissioni per ogni singolo pagamento.
Va comunque sottolineato, che nel corso degli anni il governo ha tentato di intervenire per aiutare gli esercenti a sostenere questi costi. Infatti fino al prossimo anno è stato riconosciuto un bonus da 50 euro, che il governo concede attraverso crediti d’imposta, per poter acquistare il dispositivo. Sembra poi che sia stato aggiunto un ulteriore credito di imposta pari al 30% delle spese complessive sostenute dal commerciante per le fatture fino a 400 mila euro. In questo caso quindi il 30% dell’importo tornerà indietro all’esercente pagando meno tasse.
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