Il ragazzo – 20 anni – è ora indagato per omicidio stradale. Gli altri quattro giovani che erano con lui rischiano l’accusa di concorso in omicidio, se gli inquirenti dovessero appurare che stessero girando un video per i social, incitando il conducente.
Intanto, nelle scorse ore la mamma e la sorellina di quattro anni del piccolo Manuel sono state dimesse dai rispettivi ospedali in cui erano state rispettivamente trasferite dopo lo schianto mortale.
Omicidio stradale, è questa l’accusa che pesa su Matteo Di Pietro – 20 anni – di professione youtuber, che nel pomeriggio di mercoledì – 14 giugno – era alla guida di un’auto che ha travolto e ucciso un bambino di cinque anni. In macchina con lui c’erano altri quattro giovani, tre ragazzi e una ragazza, che potrebbero essere indagati per concorso, se – nel corso delle indagini – venisse appurato che stessero girando un video da condividere sui social, magari incitando il conducente.
Il drammatico schianto è avvenuto in via Aristonico di Alessandria, zona di Casal Palocco, a Roma. Il Suv Lamborghini dove viaggiavano i cinque si è scontrato con la Smart Forfour su cui viaggiava Manuel, il bambino di cinque anni che ha perso la vita, la sorellina di quattro e la mamma. Dagli esami effettuati – come riferisce La Repubblica – Matteo Di Pietro sarebbe risultato positivo ai cannabinoidi.
La sorellina del piccolo Manuel è stata dimessa nella serata di ieri dall’Ospedale Bambino Gesù di Roma, mentre questa mattina è stata dimessa la madre, che era stata ricoverata al Sant’Eugenio con delle escoriazioni e un trauma cranico.
Nell’inchiesta aperta in procura a Roma si procede per omicidio stradale e lesioni. Uno di loro – Vito loiacono – ha condiviso un breve messaggio sulla sua pagina Instagram. “Il trauma che sto provando è indescrivibile. Ci tengo solo a dire che io non mi sono mai messo al volante e che sto vicinissimo alla famiglia della vittima”, ha scritto sul suo profilo, scatenando una valanga di offese e insulti.
Al momento sono state disposte le perizie su tutti i telefoni dei passeggeri del Suv per capire se davvero stessero girando un video. Sembra infatti – dai primi riscontri – che i cinque youtuber stessero affrontando una ‘sfida’ social, che prevedeva 50 ore a bordo della Lamborghini, alternandosi alla guida. Accertamenti sono in corso anche anche sull’autonoleggio, che aveva affittato l’auto ai ragazzi.
Alla notizia della morte del figlio, il papà del piccolo Manuel avrebbe tentato di aggredire il giovane alla guida dell’auto, ma è stato fermato dalle forze dell’ordine presenti sul posto.
“Un bimbo di cinque anni è morto alle porte di Roma, pare fosse in svolgimento una competizione social di youtuber in 5 su una Lamborghini che hanno stritolato questo bimbo. Se sei recidivo e togli la vita a una persona perché sei un cretino al volante, tu la patente non la vedi più per il resto di tuoi giorni, non è che la sospendo per qualche mese”, ha detto il vicepremier e ministro, Matteo Salvini, commentando quanto successo a Casal Palocco.
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