I possibili cambiamenti che attendono gli stipendi dei lavoratori nel 2024: fondamentali le decisioni sul cuneo fiscale.
Il prossimo anno gli stipendi dei lavoratori potrebbero subire alcuni cambiamenti. Molto passerà dalle legge di bilancio e dalla decisione del governo sul rinnovo del cuneo fiscale, insieme alle altre novità della manovra finanziaria – che al momento tiene sveglio il governo in cerca di fondi -.
Con la nuova legge di bilancio il governo potrebbe andare in contro, come da volontà espressa in queste settimane, alle categorie più povere per agevolare i redditi bassi. Gli stipendi potrebbero dunque salire, ma tanto passerà dal taglio del cuneo fiscale.
Nelle scorse ore Fazzolari aveva commentato l’andamento del Pil italiano in crescita – rispetto agli altri paesi Ue – come un segnale di svolta e agganciandosi alla voglia di riconfermare il taglio del cuneo fiscale come segnale di spinta da parte del governo. Con le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio si entra dunque nell’ottica di una riconferma del taglio del cuneo, che potrebbe essere affiancato da altre novità.
La riforma fiscale in questo senso potrebbe portare alcune novità importanti per i lavoratori, in un momento di estrema crisi, di rincari e di difficoltà per le fasce più povere di lavoratori dopo anche la decisione di eliminare il reddito di cittadinanza.
Lo scorso luglio il taglio del cuneo fiscale è aumentato fino al 7% per i redditi fino a 25mila euro e al 6% per quelli fino a 35mila euro. Qualora il governo dovesse prendere la decisione di non riconfermare lo sgravio, le buste con retribuzione medio bassa dovrebbero subire una diminuzione. L’obiettivo però, come affermato anche in discussione di proposta del salario minimo, dovrebbe essere quello opposto.
Si punta secondo la maggioranza a un aumento del potere di acquisto degli stipendi, e con i prezzi fortemente in crescita l’unico modo al momento sarebbe quello di portare più soldi nelle buste paga. Ripresa economica che passa anche da questa manovra dunque, delicatissima, e alla quale l’esecutivo dedicherà i prossimi mesi di lavoro.
Il 2024 dovrebbe essere anche l’anno delle novità sulla tassazione di tredicesima e straordinari. Fin da subito il governo di Giorgia Meloni aveva lasciato intendere che uno degli obiettivi era inoltre quello di liberare da oneri fiscali determinate entrate e incentivi.
Gran parte dei fondi andrà, come noto, al taglio delle aliquote Irpef, con benefici per i lavoratori ma il governo punterebbe soprattuto alle buste paga. Una proposta sul tavolo è quella nelle deleghe fiscali della detassazione come detto della tredicesima degli straordinari e dei bonus.
Anche in questo caso rimane il paletto dei fondi. Non ci sono risorse, secondo quanto filtra da Palazzo Chigi, per intervenire su tutte le tredicesime. Ecco perché la misura si dovrebbe focalizzare sui redditi più bassi. Ipotesi dunque di tassazione separate della mensilità aggiuntiva del 15% per redditi fino a 20mila euro, con risalita graduale verso la tassazione ordinaria.
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