L’INPS ha annunciato che chi ha superato i 67 anni, nel corso di quest’anno, potrebbe avere un bell’aumento. Vediamo di cosa si tratta.
La novità comunicata dall’INPS riguarda l’assegno di inclusione che potrebbe crescere. Inoltre, potrebbe esserci anche la possibilità di avere dei contratti a termine in modo più semplice.
INPS: novità per chi ha superato i 67 anni
L’INPS ha comunicato delle novità per chi ha superato i 67 anni di età. Si tratta dell’aumento dell’assegno di inclusione che, per loro, potrebbe crescere. La novità sarebbe stata proposta nella bozza del decreto Lavoro, considerata piuttosto definitiva e che è stata sottoposto all’ultimo Consiglio dei Ministri.
Stando alla bozza, la quota sarebbe destinata a salire per quei nuclei familiari in cui sono inclusi persone che hanno superato i 67 anni di età oppure li hanno appena compiuti. Un altro requisito, però, non è soltanto l’età. L’assegno potrebbe salire anche per quelle famiglie in cui sono incluse persone disabili o non autosufficienti.
Tali requisiti dovranno essere, naturalmente, verificati. Se dovessero sussistere, infatti, l’assegno di inclusione potrebbe salire a 630 euro al mese per ognuno. Una piccola differenza pari a 130 euro poiché, precedentemente, la quota era pari a 500 euro.
Sulla base della composizione del nucleo familiare, poi, tale quota potrebbe essere aumentata o diminuita. Infatti, se si dovesse percepire il reddito di cittadinanza (misura che, com’è noto, è destinata ad esaurirsi), l’assegno potrebbe essere più basso.
Gli aumenti effettivi
In effetti il meccanismo prevede che i 6000 euro al mese (che diventano 7560 nel caso di famiglie con anziani). Viene fatta una moltiplicazione che parte da base 1. Una base che viene successivamente aumentata di 0,5 nel caso in cui, nel nucleo familiare, figurino disabili (0,5 per ogni componente disabile). C’è poi un incremento di 0,4 nel caso in cui ci siano over 60 che hanno bisogno di cure.
Se dovessero esserci figli minori, c’è un aumento dello 0,15 per il primo, che scende a 0,10 per tutti gli eventuali altri.
Per comprendere meglio il meccanismo del moltiplicatore, è necessario fare un esempio. Se una famiglia è composta da 2 genitori e da due figli, l’assegno di 500 euro sarà moltiplicato per 1,25 che è dato da 1, più 0,15, più 0,10. L’assegno diventerà pari a 625. Nel caso del reddito di cittadinanza, si poteva beneficiare di un ulteriore 0,4 per ogni componente del nucleo familiare che aveva superato la maggiore età.
L’assegno, dunque, risulterà un po’ più magro ma si può aggiungere l’Assegno unico e universale percepito dai ragazzi. Nella bozza, però, è indicata anche la volontà di tornare ai 9360, gli stessi del reddito di cittadinanza. Il nuovo assegno, dunque, prevederebbe una nuova soglia Isee che, stando appunto alla bozza, dovrebbe scendere a 7200 euro.
Chi potrebbe beneficiare dell’assegno, dunque, si riduce ulteriormente anche perché gli aumenti spetterebbero soprattutto alle famiglie con over 67, disabili e figli minori.
Si prevede anche l’adozione di una nuova misura che prende il nome di strumento di attivazione. La misura dovrebbe prendere il via nel gennaio del prossimo anno ed è riservata a persone potenzialmente occupabili. Costoro possono percepire 350 euro mensili purché accettino di essere inseriti in percorsi di formazione che possano avviarli a professioni.