Chi dimentica questo piccolo requisito potrebbe perdere 4 anni di pensione. Ecco a cosa bisogna prestare attenzione.
L’età pensionabile in Italia è un argomento di grande attualità e interessa molti lavoratori che si avvicinano alla fine della loro vita lavorativa. Spesso, però, le norme pensionistiche sono complesse e di difficile comprensione, creando incertezze e preoccupazioni in chi si appresta a raggiungere questo importante traguardo. In particolare, uno dei problemi che può riguardare alcuni lavoratori prossimi alla pensione è il rischio di perdere fino a 4 anni di pensione a causa dell’importo minimo necessario per poter lasciare il lavoro. Vediamo.
Alcuni lavoratori rischiano di perdere 4 anni di pensione
Sappiamo tutti che è possibile andare in pensione ordinaria di vecchiaia a 67 anni e con 20 di contributi. Non tutti però conoscono una condizione minore che riguarda chi ha iniziato a lavorare in un anno in particolare.
Chi è entrato nel mondo del lavoro a partire dal 1 gennaio 1996 deve, per andare in pensione, avere 67 anni e 20 di contributi, ma anche aver accumulato un importo minimo di pensione. In caso contrario, l’età per la pensione slitta a 71 anni, facendo così perdere all’anziano lavoratore ben 4 anni di pensione.
Come si può fare per ovviare a questo problema? Una cosa che sfugge a molti è la possibilità di riscattare il periodo trascorso nel servizio militare. L’anno di leva obbligatoria vale come parte del montante contributivo per la pensione. Lo stesso dicasi di periodi dedicati allo studio prima del 1996, i quali possono a loro volta essere riscattati.
Bisogna anche ricordarsi di eventuali risparmi in casse previdenziali non ordinarie, i quali andrebbero ad unirsi ai contributi accumulati raggiungendo la soglia prevista per la pensione.
L’importo minimo per andare in pensione è 1,5 volte quello dell’assegno sociale
A quanto ammonta questa soglia minima che i lavoratori devono raggiungere per andare in pensione? Chi ha iniziato a lavorare successivamente al 1995 può andare in pensione solo se ha maturato un assegno pari a una volta e mezzo l’assegno sociale. Parliamo quindi di 750 euro ogni mese.
Se la pensione maturata non arriva a questa soglia, si potrà andare in pensione solo 4 anni dopo, a 71 anni. È importante tenersi costantemente aggiornati e conoscere bene il funzionamento della normativa riguardante la pensione perché questo ci permette di pianificare il nostro futuro economico e prendere decisioni informate.
La normativa sulla pensione cambia spesso e i requisiti per ottenere una pensione possono variare a seconda dell’età, del genere, dell’anzianità di servizio e del tipo di lavoro svolto. Essere consapevoli delle regole e dei criteri per ottenere una pensione ci aiuta a valutare quando sarà il momento giusto per il pensionamento e a pianificare la nostra vita finanziaria in modo adeguato.
Perdere il diritto alla pensione anticipata per 4 anni in meno
Non in tutti i casi, tuttavia, conviene riscattare i contributi accumulati diversamente e perdere lo status di contributivo. Infatti, alcuni lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 possono approfittare della pensione anticipata contributiva.
Questo provvedimento permetterebbe loro di andare in pensione a 64 anni, con 20 anni di contributi. Stavolta però, l’importo minimo della pensione accumulata deve essere al di sopra dei 1.408 euro al mese, cioè 2,8 volte in più dell’assegno sociale.
Se un lavoratore in attesa della pensione possiede questi requisiti, ha diritto alla pensione anticipata. Per questo, non avrebbe senso riscattare periodi di studio o il periodo della leva militare per perdere il diritto in quanto contributivo puro e andare in pensione normalmente, o addirittura più tardi.