Scandalo a Pozzuoli, in provincia di Napoli, dove il sindaco uscente Vincenzo Figliolia è indagato per aver concesso buoni spesa in cambio di prestazioni sessuali.
La Procura di Napoli indaga sul primo cittadino, sui cui pendono diverse accuse che dovranno essere discusse in tribunale.
Sconcertanti i risultati delle indagini da parte dei carabinieri della città partenopea, i quali hanno portato alla luce diverse attività illecite a carico dell’ex primo cittadino Vincenzo Figliolia, accusato di gravissimi reati, fra cui la concessione di buoni per la spesa da parte delle casse del Comune.
La gravità consiste nel fatto che, per elargire questi aiuti, il sindaco chiedeva in cambio dei rapporti sessuali che molto spesso, a causa delle critiche condizioni economiche dei cittadini, otteneva.
I fatti si sono svolti durante la pandemia, in un periodo di forte emergenza economica e sanitaria, motivi per cui i Comuni avrebbero dovuto agevolare la vita dei cittadini e non approfittare della situazione come avrebbe fatto il sindaco di Pozzuoli, secondo il pm.
Queste le accuse a carico di Figliolia, sindaco uscente, che tutti i cittadini hanno fortemente voluto e che si è presentato anche alle recenti amministrative a sostegno della candidatura di Paolo Ismeno, con la lista ‘Figliola per la città’.
Tale lista è risultata particolarmente votata proprio per il grande affetto verso il primo cittadino.
Oltre ad aver ricattato tante donne che chiedevano solo un aiuto economico per garantire il cibo alla famiglia, il sindaco uscente, che ha ottenuto un grande numero di preferenze per il consiglio comunale, è accusato di altri gravi reati.
Quelli ipotizzati sono concussione e peculato e Figliolia, difeso dall’avvocato Luigi de Vita, deve già rispondere dei reati di turbativa d’asta e corruzione.
Le attività illecite sono venute a galla nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli per quanto riguarda il Rione Terra di Pozzuoli, che oltre al coinvolgimento del sindaco giunto al termine del secondo mandato, vede coinvolto anche un ex componente del Partito Democratico, Nicola Oddati.
L’accusa più recente, ossia quella di bonus spesa in cambio di sesso, si riferisce non solo agli anni passati, quindi al periodo di piena pandemia, ma anche più recentemente, precisamente a gennaio.
A inizio anno infatti, sarebbero stati consumati rapporti sessuali all’interno dell’ufficio del sindaco con una donna che gli aveva chiesto aiuto e che per 3 volte è stata sfruttata sessualmente.
Si attende il processo per stabilire quale sia la condanna che attende l’ex primo cittadino, se venisse giudicato colpevole dei reati che gli vengono ascritti.
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