E’ arrivata la sentenza della Corte Europea che riguarda i precari della scuola italiana: questi ultimi vanno assunti. La decisione è arrivata dopo diversi ricorsi che i sindacati hanno fatto contro l’abuso dei contratti a termine nel pubblico impiego. E’ stato fatto notare più volte che la normativa del nostro Paese viola ciò che è stabilito nel diritto dell’Unione. Non sarebbe giustificato il rinnovo in maniera illimitata di contratti a tempo determinato nella scuola pubblica, per far fronte alle esigenze continue dettate dalle sostituzioni.
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Adesso l’Italia è stata condannata e dovrà rimediare, perché i giudici europei hanno stabilito che esiste un effettivo contrasto tra la nostra normativa nazionale e quella europea. Secondo la Corte, non esistono criteri oggettivi per giustificare la mancata assunzione del personale con oltre 36 mesi di servizio.
La questione
Di anno in anno i precari storici della scuola italiana sono stati assunti con contratto a tempo determinato, per soddisfare le esigenze di sostituire gli insegnanti assenti o per ricoprire intere cattedre su posti vacanti, fino al termine delle lezioni. Tutto ciò si è tradotto in un rinnovo illimitato dei contratti e l’Italia non ha fatto niente per impedire lo scattare, di anno in anno, di questo meccanismo. Vari precari, appoggiati dai sindacati, hanno sostenuto l’illegittimità di questi contratti, chiedendo che la loro professione sia riqualificata e sia tramutata in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, con l’immissione in ruolo, il pagamento degli stipendi che corrispondono ai periodi di interruzione e il risarcimento del danno subito.
La decisione della Corte Europea
I giudici di Lussemburgo hanno stabilito che i precari storici della scuola italiana hanno ragione, perché sono stati sottoposti ad un ricorso “abusivo” ad una successione di contratti di lavoro a tempo determinato. La sentenza ha anche stabilito che la legge italiana non prevede criteri trasparenti, se il rinnovo di contratti a tempo determinato risponda ad un’esigenza reale. Secondo i sindacati si tratta di una sentenza storica, perché adesso dovrà essere fissato un termine breve, entro il quale dare esecuzione alla sentenza emessa. Il governo italiano dovrà provvedere alla stabilizzazione dei precari della scuola. Il provvedimento dovrebbe riguardare 250.000 persone, che possono richiedere la stabilizzazione, i risarcimenti per 2 miliardi di euro, le mensilità estive su posto vacante, gli scatti di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo il primo biennio di servizio.
Il governo, in attesa della sentenza, con la riforma della “buona scuola” di Renzi, aveva già provveduto ad annunciare che saranno assunti a tempo indeterminato 150.000 precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Ma i sindacati vogliono di più: in corrispondenza della sentenza europea chiedono di non escludere i 100.000 docenti che sono abilitati, ma non inclusi nelle graduatorie ad esaurimento. Inoltre chiedono che si pensi ai circa 20.000 ATA (personale tecnico e amministrativo della scuola), che sono stati via via chiamati a svolgere supplenze annuali.