Emilia Zarrilli, attuale prefetto di Frosinone, in cambio del rilascio di un permesso di soggiorno a due cinesi quando ancora era responsabile dell’immigrazione a Roma ha passato le vacanze a Dubai. Accusata di corruzione, ora ha venti giorni di tempo per fornire una spiegazione al pm Laura Condemi per evitare la richiesta di rinvio a giudizio. Secondo gli inquirenti sarebbe stato Luigi Di Maio, direttore dell’agenzia di consulenza “China Service” ed ex funzionario di polizia, a corrompere il prefetto. Ora, anche Di Maio risulta indagato insieme al socio Gianni Bonomi e due dipendenti dell’azienda, Caie Hu e Jine Hu.
La carriera di Emilia Zarrilli presso l’ufficio immigrazione è sempre stata brillante e grazie al suo lavoro i dati statistici di rendimento dello Sportello Unico erano i più alti d’Italia, ma nella primavera di sei anni fa è stata coinvolta dai due membri di China Service per agevolare le pratiche di ricongiungimento familiare di due cittadini cinesi, Luo Jianying e Chen, Pinggou, in cambio di un soggiorno a Dubai scortata da due funzionarie di polizia per un totale di 8mila e 63 euro.
In totale, nell’inchiesta ci sono 24 indagati accusati di aver favorito l’ingresso clandestino di cittadini cinesi in Italia, ma solo il caso Zarrilli è attualmente venuto a galla.