La Giuria dei Letterati del Premio Campiello 2020 ha scelto i libri finalisti in lizza per la vittoria finale. Tra i cinque titoli, selezionati dopo un’attenta lettura di opere di narrativa italiana pubblicate tra maggio 2019 ed aprile 2020, la Giuria dei Lettori sceglierà il romanzo vincitore. Secondo il regolamento, infatti, è la giuria tecnica, presieduta quest’anno da Paolo Mieli, ad individuare la famosa cinquina da sottoporre all’attenzione della giuria popolare: quest’ultima, composta da trecento lettori di età, professione ed estrazione sociale diverse, sceglierà poi l’opera da premiare.
Come di consueto, la cerimonia di premiazione avrà luogo, emergenza permettendo, al Teatro La Fenice di Venezia il 5 settembre prossimo. Ma quali sono, del Premio Campiello 2020, i romanzi finalisti in lizza per la vittoria? Eccoli brevemente qui di seguito.
Classe 1947, Patrizia Cavalli è una delle voci più interessanti della poesia contemporanea italiana. È tra i finalisti del Premio Campiello 2020 con un’opera non propriamente in versi ma neppure totalmente in prosa: una sorta di raccolta di immagini, di pensieri e di stati d’animo in cui riprende temi e scelte stilistiche a lei cari. Sedici brani in cui si mescolano autobiografia e riflessioni sull’amore, la malattia, il rapporto con il corpo, la depressione.
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Tra i cinque finalisti del Premio Campiello 2020, c’è anche Sandro Frizziero, giovane professore veneto qui alla sua seconda prova di narrativa. Sommersione, ambientato in un’isola vicina alla laguna, ha come protagonista un vecchio pescatore senza nome, un personaggio miserabile, a tratti disturbante, il quale, per ammissione dello stesso autore, ‘mette in campo tutto ciò di cui non si vorrebbe sentir parlare’. Romanzo ruvido e cupo, racconta la giornata dell’uomo più odioso dell’isola, tra personaggi meschini e vittime dell’ipocrisia e del cinismo del protagonista. Fino alla sorpresa finale.
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Il Premio Campiello 2020 vanta, nella rosa dei finalisti, anche la presenza di Francesco Guccini che, sempre più dedito alla narrativa, è riuscito a sorprendere (ancora una volta) pubblico e critica. Il suo romanzo, autobiografico, è il racconto-ricordo della sua infanzia a Pàvana nel vecchio mulino dei nonni. Un viaggio nel tempo a tratti nostalgico ma spesso ironico, per una ‘ballata di ricordi’ in cui prende vita un mondo laborioso, fatto di mestieri, suoni, odori e speranze.
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Abruzzese, classe 1951, Remo Rapino è al suo esordio come romanziere, dopo una serie di racconti ed alcune raccolte di poesie. Il protagonista è Bonfiglio Liborio, il matto del paese, un uomo strambo e scoppiettante che svela, attraverso i suoi chiassosi racconti, quasi un secolo di storia, dall’anno in cui nasce, il 1926, a quando muore, nel 2010. La storia così, narrata dallo stralunato protagonista, diventa il racconto, spassoso e malinconico, di tutto il Novecento, tra personaggi esilaranti, sospesi tra divertimento e commozione.
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Con L’incanto del pesce luna, anche lo scrittore torinese Ade Zeno è tra i cinque finalisti del Campiello 2020. Sceneggiatore e regista ha all’attivo diversi libri, dopo il suo esordio nel 2009 col romanzo Argomenti per l’inferno. Al Campiello arriva con un’opera decisamente visionaria, incentrata, tra cinismo e dolcezza, sul confine tra la vita e la morte. Deciso a tutto pur di risvegliare la figlioletta Inés dal coma, Gonzalo, il protagonista, inizia a lavorare per la Signorina Marisòl, decrepita – apparentemente – vecchietta, che nasconde un mostruoso segreto.
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Oltre a scegliere i romanzi finalisti della 58esima edizione del Premio Campiello, infine, la Giuria dei Letterati ha decretato il vincitore del Campiello Opera Prima, assegnato ad un’opera di narrativa d’esordio e vinto quest’anno da Veronica Galletta con Le isole di Norman. La storia è quella di Elena, giovane in procinto di iniziare l’università, che si ritrova a ricomporre il suo passato dopo che la madre abbandona la famiglia. Sullo sfondo della splendida Ortigia, la storia di una ‘ricostruzione’ in cui i luoghi dell’isola la fanno da padrone.
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