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Chi vincerà il Premio Nobel per la Letteratura 2014? Tra gli scrittori, e scrittrici, candidati a ricevere l’ambito riconoscimento che, come per tradizione l’Accademia Svedese assegnerà nella prima metà di ottobre, spiccano molti dei nomi più illustri della narrativa mondiale. Alcuni più o meno scontanti, come Philip Roth e Milan Kundera, altri, come il giapponese Murakami Haruki tra i super favoriti, altri ancora, come la bielorussa Svetlana Aleksievic, vicinissimi alla conquista del premio. Tra gli italiani, invece, si fanno sempre più insistenti i nomi di Umberto Eco e Dacia Maraini, ma anche Claudio Magris potrebbe essere tra i potenziali vincitori.
Manca poco, dunque, all’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura 2014. Tra i candidati, come dicevamo, spicca il nome della super favorita Svetlana Aleksievic, saggista e giornalista bielorussa in esilio volontario dal 2000, autrice di romanzi e di straordinari reportage letterari che raccontano la tragedia di Chernobyl, la vita dei soldati russi al fronte afghano, il dissolversi dell’Unione Sovietica e la vita quotidiana della nuova Russia, descritta soprattutto nel suo ultimo romanzo, edito in Italia da Bompiani, Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo.
Molti sono d’accordo nel ritenere che l’Accademia Svedese possa decretare la vittoria della Aleksievic anche per lanciare un segnale concreto al Cremlino, in un momento di forte crisi – quella in Ucraina – che continua a destare preoccupazione in tutta la comunità mondiale.
In questo caso sarebbe il secondo anno consecutivo che il Nobel per la Letteratura va ad una donna – nel 2013, infatti, la vincitrice fu Alice Munro.
L’altro autore vicinissimo al premio è Murakami Haruki, scrittore, traduttore e saggista giapponese, autore, tra l’altro, del saggio Underground. Racconto a più voci dell’attentato alla metropolitana di Tokyo, in cui raccoglie le interviste ai sopravvissuti e ai parenti delle vittime dell’attentato nella capitale giapponese, compiuto con il gas Sarin nel 1995 dalla setta Aum.
Tra i possibili vincitori, anche il keniota Ngugi Wa Thiong’o, poeta, romanziere e autore di opere teatrali, il quale, come spesso accade ai candidati al Nobel, ha avuto seri problemi con la censura politica del suo Paese, è stato in prigione ed ha subito l’esilio. Se la vittoria dovesse essere la sua, sarebbe il secondo Nobel per la Letteratura assegnato ad un autore che proviene dall’Africa Nera: il primo, infatti, è andato, nel 1986, al drammaturgo nigeriano Wole Soyinka il quale però scriveva in inglese, mentre Ngugi Wa Thiong’o soprattutto in gikuyu e in swahili, le lingue del Kenia.
Come dicevamo, tra i candidati anche alcuni tra i nomi più illustri di casa nostra: Umberto Eco, scrittore, semiologo e filosofo di fama internazionale, autore di uno dei romanzi italiani più tradotti e conosciuti della narrativa contemporanea, Il nome della rosa, e Dacia Maraini, già vincitrice di numerosi premi letterari tra i quali il Campiello, nel 1990, con lo splendido romanzo La lunga vita di Marianna Ucrìa. Tra gli italiani, pare sia stato fatto anche il nome di Claudio Magris, senatore durante gli anni Novanta e autore di romanzi e di numerosi saggi che spaziano dalla politica alla filosofia.
Rientrano nella rosa dei favoriti al riconoscimento per questo 2014, anche alcuni tra i candidati habitué al Nobel per la Letteratura, molti dei quali in lizza ormai da diversi anni: Philip Roth, pluripremiato scrittore statunitense, tra i più importanti romanzieri ebrei di lingua inglese, Milan Kundera, autore del celeberrimo L’insostenibile leggere dell’essere e Joyce Carole Oates. Tra le scrittrici più prolifiche degli Stati Uniti, la Oates è autrice di un centinaio di libri tra romanzi, raccolte, saggi, opere teatrali e poesie. In Italia, nel 2014, sono uscite le traduzioni di due suoi romanzi, La donna del fango e Ragazza nera ragazza bianca, pubblicati entrambi da Mondadori.
Accanto a questi ultimi, molti altri nomi che si ripetono anch’essi da tempo: il poeta siriano Adonis – vero nome Ali Ahmad Sa’id – il drammaturgo norvegese Jon Fosse, considerato dalla critica il genio del teatro europeo contemporaneo, l’araba Assia Djebar, da sempre attenta paladina del femminismo nei paesi islamici, Thomas Pynchon, Cormac McCharty, Mircea Cartarescu, Margaret Atwood, Don DeLillo e Bob Dylan. Chi sarà il vincitore? Non ci resta che aspettare.
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