Il premio Nobel per la medicina è stato conferito a Yoshinori Ohsumi, biologo giapponese che ha scoperto il meccanismo dell’autofagia cellulare. Lo scienziato ha studiato il metodo con cui le cellule eliminano le sostanze di scarto, una strategia dell’organismo umano che potrebbe intervenire particolarmente anche nell’insorgenza di alcune malattie, come quelle neurologiche e i tumori. Con l’autofagia le cellule distruggono alcune parti, consegnandole ad un processo di degradazione.
Fin dagli anni ’60 si era ipotizzato un meccanismo di questo tipo, ma soltanto le ricerche condotte dal biologo giapponese negli anni ’90 hanno dato la possibilità di comprendere fino in fondo come tutto ciò possa avvenire nel corpo umano. Yoshinori Ohsumi è nato nel 1945 e ha conseguito un dottorato di ricerca nel 1974 presso l’Università di Tokyo. Ha trascorso alcuni anni a lavorare negli Stati Uniti e poi è ritornato in Giappone, dove dal 2009 è diventato professore presso il Tokyo Institute of Technology.
Lo studioso ha dato un contributo fondamentale nella teoria dell’autofagia cellulare, perché ha scoperto che non accade, come si pensava inizialmente, che le cellule “mangino” le parti di scarto. Ha messo in evidenza che le cellule trasportano gli scarti verso alcuni centri di distruzione, che si chiamano lisosomi. I materiali di scarto sono spesso mitocondri danneggiati, che, se lasciati liberi di agire, potrebbero produrre radicali liberi in grandi quantità pericolosi per la salute dell’uomo. Grazie alle ricerche di Ohsumi sono cambiate anche le prospettive nello studio della risposta alle infezioni, comprendendo che virus e batteri vengono spesso rimossi proprio grazie al meccanismo dell’autofagia.