Premio Strega Europeo 2015: è la scrittrice ucraina Katja Petrowskaja, con il romanzo dal titolo ‘Forse Esther‘ – pubblicato in Italia da Adelphi – ad aggiudicarsi la seconda edizione del riconoscimento promosso dalla Fondazione Bellonci ed istituito lo scorso anno per rendere omaggio alla cultura europea e ai legami tra essa e l’Italia. La Petrowskaja era tra i cinque scrittori finalisti i cui romanzi, tutti recentemente tradotti e pubblicati in Italia, hanno avuto, nel proprio Paese di provenienza, un prestigioso riconoscimento nazionale. Cinque diverse voci linguistiche e letterarie, portatrici di cinque diversi modi di approcciare ed esplorare il romanzo europeo contemporaneo.
Katja Petrowskaja, dunque, è la vincitrice della seconda edizione del Premio Strega Europeo. Il suo romanzo, ‘Forse Esther‘, scritto in tedesco e tradotto in italiano da Ada Vigliani, si è aggiudicato 11 voti sui 23 espressi dalla giuria composta dai vincitori e dai finalisti del Premio Strega, tra i quali Giuseppe Catozzella, Paolo Giordano, Domenico Starnone e Antonio Scurati. Il libro, definito dall’autrice ‘un romanzo sulla forza delle parole‘, è una sorta di viaggio metaforico, ma al contempo reale, nei meandri più bui del secolo scorso, dal nazismo, all’olocausto, dai gulag e al comunismo, per un racconto a ritroso in cui l’autrice parte alla ricerca, quasi ossessiva, delle sue origini e di quelle dei suoi parenti.
La storia, drammatica ma a tratti vivace e ironica, è stata scritta in tedesco perché, ha spiegato l’autrice, ‘in ucraino sarebbe stata un memoriale. In tedesco invece, sono io e non completamente io‘. Il racconto della Petrowskaja, infatti – nata a Kiev 45 anni fa ma residente a Berlino dal 1999 dove lavora come giornalista – parte proprio dalla Germania muovendosi, in un cammino a ritroso nel tempo, tra Austria, Polonia e Russia, in cui al centro, però, vi è l‘Europa, un paesaggio comune ‘in cui noi ci siamo, indipendentemente da chi sono stati i nostri‘.
Oltre a Katja Petrowskaja – a cui è andato, tra l’altro, anche un premio di 3mila euro – facevano parte della cinquina europea finalista anche lo spagnolo Rafael Chirbes, con ‘Sulla sponda‘ (tradotto da Pino Cacucci per Feltrinelli), il belga Stefan Hertmans, con ‘Guerra e trementina‘ (pubblicato da Marsilio con traduzione di Laura Pignatti), il francese Alain Mabanckou, con ‘Pezzi di vetro‘ (tradotto da Daniele Petruccioli e pubblicato da 66thand2nd Edizioni) e l’olandese Tommy Wieringa, con ‘Questi sono i nomi‘ (in libreria per Iperborea con traduzione di Claudia Cozzi e Claudia Di Palermo).
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