Tutti di etnia rom gli indagati, residenti nel comune di Treviso. Secondo l’accusa avrebbero fornito attestazioni false sulle loro condizioni economiche.
Secondo le indagini della Procura di Treviso, condotte insieme alla squadra mobile, la cifra percepita indebitamente si aggirerebbe intorno ai 150mila euro. Tra gli indagati anche un uomo finito in carcere per 7 mesi; familiari a carico che invece risiedono all’estero e documenti contraffatti per beneficiare del reddito.
L’inchiesta è stata coordinata dal pubblico ministero di Treviso Giulio Caprarola. Le indagini svolte dalle forze dell’ordine sono andate avanti nelle zone residenziali di San Lazzaro e San Zeno, in alcune abitazioni di nomadi della città.
Un’indagine per la quale adesso 20 persone sono indagate, tutte di etnia roma, e che secondo l’accusa avrebbero percepito il sussidio statale per 150mila euro, senza essere però in possesso dei requisiti necessari. Sono 13 gli indagati accusati di aver dichiarato il falso riguardo alla propria condizione economica, mentre in 7 avrebbero fornito false attestazioni riguardo la propria residenza.
La carta con la quale percepivano il reddito è stata sequestrata dalla squadra mobile. Contestazioni arrivate grazie al lavoro della polizia locale, in coordinamento con l’inps. Le accuse vanno da dichiarazione del falso in relazione alla composizione del nucleo familiare – alcuni avevano dichiarato di avere a carico parenti che invece non risiedevano in Italia – fino alla infedele dichiarazione del reddito.
Uno degli accusati inoltre avrebbe avviato tra il 2018 e il 2021 anche un’attività di compravendita di auto, pur percependo il reddito. E ancora residenze fittizie dichiarate da chi riusciva nonostante tutto ad avere accreditato il sussidio, per aggirare i controlli dell’Inps.
La polizia avrebbe scoperto nel corso della maxi indagine anche che un nucleo familiare aveva – composto di madre, padre e figlio, dichiarato tre diverse residenze in modo da riuscire a percepire tre volte il reddito.
Dettagli emersi grazie a agenti della squadra mobile guidati da Immacolata Benvenuto. Gli indagati adesso verranno accusati di aver trasgredito la legge del 28 gennaio 2019 (in materia di reddito di cittadinanza e pensioni) che punisce chi afferma il falso pur di percepire il sussidio. Alcune delle condotto illecite scoperchiate dalle recenti indagini risalivano addirittura al 2019.
Indagine simile a quella condotta nelle scorse settimane anche in Calabria, nella provincia di Vibo Valentia la Procura aveva emesso un provvedimento di sequestro per un valore complessivo di 858mila euro. In questo caso i trasgressori che avrebbero percepito il reddito senza averne diritto sarebbero ben 111.
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