Da marzo potrebbero esserci degli aumenti sulla pensione. Vediamo di seguito a chi spettano i soldi extra e perché.
Il 2023 si prospetta essere un anno ricco di novità per chi percepisce la pensione, anche in virtù della Legge di Bilancio entrata in vigore a gennaio.
Da marzo scatterà il taglio di cinque pensioni che colpirà tantissimi ex lavoratori. Le buone notizie riguarderanno soltanto coloro che percepiscono una pensione minima grazie al doppio bonus, se costoro, però, sono over 75enni. L’aumento può riguardare anche eventuali arretrati fino a 110 euro. Gli adeguamenti sono stati dovuti da un lato dagli adeguamenti all’inflazione dall’altro alla riduzione dell’aspettativa di vita a causa della pandemia.
Sempre nel corso del prossimo mese, dovrebbe essere previsto il versamento delle addizionali regionali e comunali IRPEF. Ciò avverrà attraverso una ritenuta in cedolino che abbasserà il netto di diversi cedolini.
La Legge di Bilancio, oggetto di molte discussioni, sin da prima che fosse eletto il governo Meloni, ha portato diverse novità non solo sulle pensioni ma anche sul tanto chiacchierato Reddito di Cittadinanza. Per quanto riguarda le pensioni, potrebbero esserci delle novità sui cedolini di marzo. Vediamo nel dettaglio a chi spetteranno gli aumenti.
A marzo arriveranno gli aumenti con gli arretrati per tutti quei pensionati che abbiano degli assegni che superano i 2100 euro lordi mensili. Si tratta di un aumento perequativo che, però, sarà più basso di quello che sarebbe dovuto essere o che sarebbe stato con il vecchio sistema di rivalutazione.
Infatti, l’ultima manovra ha individuato cinque nuove fasce, abbassando notevolmente le rivalutazioni, gettando malcontento tra pensionati e sindacati. Si riduce, in questo modo, anche il potere d’acquisto. Dunque, se i pensionati fino a 2100 euro lordi hanno ricevuto, o riceveranno, degli aumenti, grazie a tagli e riduzioni, ricevendo un 7,3% in più perequativo provvisorio, lo stesso non si può dire per gli assegni che superano quella cifra.
Per gli altri, oltre i 2100 euro, infatti, l’incremento perequativo è di 6,2% e non del 7,3% con un incremento del 3%. Le perdite rispetto a prima potrebbero essere evidenti. Le così dette pensioni d’oro, invece, quelle oltre i 35 mila euro lordi, vedranno un incremento del 2%.
I pensionati al minimo, però, avranno il loro doppio bonus che permetterà loro di avere da 560 euro a 571 oppure 600 euro al mese per gli over 75. Gli arretrati, per gennaio e febbraio potrebbero essere di 110 euro. Si spera che l’INPS non faccia ulteriori ritardi nei calcoli, come ha già fatto in passato.
A marzo torna una trattenuta che si abbatte sul netto di tutti. L’Irpef da due passa a tre. Si aggiungerà l’acconto comunale del 2023, una tassa che riguarda i comuni e che riguarderà gli stipendi fino al mese di novembre.
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