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Jean Claude Juncker è stato nominato come prossimo Presidente della Commissione Europea. L’assemblea riunita in sessione plenaria ha votato a maggioranza in favore di Juncker, che ha ottenuto 422 voti a favore, superiori alla maggioranza assoluta di 376 voti su 751 eurodeputati. I votanti sono stati 729, i contrari 250, gli astenuti 47 e le schede nulle 10. “Con questo risultato si chiude un processo storico un’importante tappa strutturale per le istituzioni europee“, ha detto il presidente Martin Schulz. La votazione è stata anticipata dal programma letto dallo stesso Juncker. Come farà piacere a Matteo Renzi, nel documento di intenti sono previsti nuovi investimenti (pubblici e privati) per 300 miliardi di euro per i prossimi tre anni, per favorire crescita e occupazione.
Jean Claude Juncker, ex premier lussemburghese, sostenuto adl Pse, designato dal Consiglio europeo in seguito ai risultati delle elezioni dello scorso 25 maggio, sarà dunque il capo del prossimo esecutivo e prenderà il posto di José Manuel Barroso Barroso. Anche lui deve fare i conti con l’ingresso in Parlamento delle forze euroscettiche. Un aspetto che per Van Rompuy, il presidente del Consiglio europeo, intervistato da euronews, non va enfatizzato: “Il populismo è sempre esistito”, la vera minaccia per l’Eurozona è un’altra: ‘‘I mercati finanziari erano la più grande minaccia, erano convinti, diciamo un anno e mezzo fa, che l’euro sarebbe crollato. L’unica cosa in discussione era quando sarebbe successo. Ma che sarebbe crollato, era dato per certo, era dato per certo! Quindi questo dibattito nei media internazionali, nei mercati internazionali è ora completamente sorpassato, anche in paesi come la Francia, anche in paesi come la Grecia, c‘è una forte maggioranza di persone che vogliono appartenere all’Unione europea e all’euro“.
Le biografie di tutti i candidati
Il presidente della Commissione Europea è il capo dell’esecutivo europeo. La sua elezione nell’ambito del Parlamento europeo è regolamentata dal trattato di Lisbona e viene proposta dal Consiglio europeo, tenendo conto dei risultati delle elezioni. La norma non è accolta all’unanimità, perché alcuni importanti politici, fra i quali anche il cancelliere tedesco Angela Merkel, hanno contestato ampiamente l’aspirazione dei partiti politici di voler creare un collegamento diretto fra i risultati delle elezioni e la presidenza della Commissione Europea, anche se in molti ritengono che la figura del presidente debba incarnare un ruolo preciso: soddisfare le aspettative degli Stati membri. Vediamo chi erano tutti i candidati che, nell’ambito delle elezioni europee 2014, sono stati proposti dai vari schieramenti politici al ruolo di Presidente della Commissione Europea, cominciando proprio dal vincitore:
Jean Claude Juncker
Sebbene i Popolari abbiano ottenuto il maggior numero di seggi alle elezione europee, il nome da loro proposto per la carica di presidente della Commissione europea, quello dell’ex presidente dell’Eurogruppo Juncker, ha incontrato da subito un’ampia opposizione. I capi di Stato e di governo europei del Pse hanno appoggiato con entusiasmo la candidatura del popolare Juncker. Jean Claude Juncker è del Lussemburgo, candidato del PPE. E’ nato nel 1954 ed è laureato in Legge. E’ entrato a far parte del Partito Popolare nel 1974. E’ stato ministro del Lavoro, delle Finanze e per alcuni anni anche governatore della banca mondiale. Dal 1995 al 2013 è stato primo ministro nel Lussemburgo. Il suo ruolo è stato particolarmente importante nel periodo della crisi dell’eurozona. Proprio a quel tempo si è occupato soprattutto di mettere a punto un accordo per salvare la Grecia dal punto di vista economico. Nel 2005 è stato presidente dell’eurogruppo, un’istituzione che intende riunire tutti i ministri dell’Economia degli Stati che fanno parte dell’Unione Europea. E’ entrato in polemica con il Governo tedesco. A questo proposito ha fatto delle dichiarazioni molto dure, affermando che il Governo di Berlino tratta l’Europa come una sua filiale. A tutto ciò sono seguite aspre polemiche, a causa delle quali Juncker ha preferito lasciare nel 2012 la presidenza dell’eurogruppo.
Christine Lagarde
La francese Christine Lagarde era la vera new entry candidata per la presidenza della Commissione europea, sostenuta fortemente da Angela Merkel. Merkel aveva pure sondato la disponibilità di Parigi ad appoggiare la candidatura dell’ex ministra delle Finanze francese, e attuale direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale. Lagarde è considerata un’esponente di spicco del fronte rigorista europeo, l’eventuale asse con Merkel preoccupava per la possibile spinta alle politiche di austerity.
Martin Schulz
Martin Schulz era candidato di S&D, Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici. Francois Hollande aveva già fatto sapere che se Juncker non avesse trovato una maggioranza in parlamento, la ‘palla’ sarebbe dovuta passare al socialista Martin Schulz, indicato dal Pse prima del voto. E’ nato nel 1955 e, prima di occuparsi di politica, ha lavorato presso alcune case editrici e ha avuto anche una libreria. Nel 1994 ha conquistato per la prima volta un seggio al Parlamento di Strasburgo e nel 1999 si è presentato come capolista. Dal 2000 al 2004 è stato presidente dei socialdemocratici tedeschi al Parlamento dell’Unione Europea e dal 2004 al 2012 presidente del PSE. In seguito è diventato presidente del Parlamento europeo. La sua campagna elettorale è volta a dare maggiore importanza ai temi sociali. Schulz è consapevole della sfiducia che in molti nutrono nei confronti delle istituzioni e per questo intende adoperarsi, per evitare che ci sia il rischio di una vittoria da parte dei partiti euroscettici. Come candidato è molto conosciuto nei Paesi dell’Europa del Sud.
Alexis Tsipras
Alexis Tsipras è esponente di Sinistra Unitaria. In Grecia il suo partito è in testa a tutti i sondaggi ed è il leader che tutta la Sinistra radicale in Europa preferirebbe. E’ nato ad Atene nel 1974, si è laureato in Ingegneria civile ed è passato ad occuparsi di politica alla fine degli anni ’80. Inizialmente ha fatto parte dei giovani comunisti greci. Nel 2004 ha aderito a Syriza, un’alleanza che comprendeva 10 partiti di Sinistra radicale. Nel 2009, proprio in seno a questo partito, è riuscito a diventare parlamentare in Europa. Nel 2012 il suo schieramento politico è riuscito a conquistare in Grecia uno straordinario risultato, confermandosi come il secondo partito nazionale. In particolare Tsipras vorrebbe occuparsi di mettere a punto un piano per il lavoro, che preveda, tra l’altro, anche una tassa sulle transazioni finanziarie e un’altra sui beni di lusso. Si propone di portare avanti maggiori investimenti nel campo ambientale e di dimezzare le spese militari di tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea.
Guy Verhofstadt
Guy Verhofstadt, belga, era il candidato per Alde, Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa. La sua candidatura è stata voluta da più dell’80% dei delegati del suo gruppo parlamentare. Attualmente egli si occupa di dirigere questo gruppo al Parlamento europeo. Le sue idee sono molto europeiste e la sua campagna elettorale intende agire a favore di una maggiore integrazione politica tra gli Stati dell’Unione Europea. E’ nato nel 1953 e si è laureato in Giurisprudenza. E’ stato esponente dei democratici e liberali fiamminghi e anche parlamentare presso la Camera dei rappresentanti. Negli anni ’80 ha svolto l’incarico di commissario europeo e nel 1999 è stato nominato primo ministro del Belgio, al cui ruolo è stato riconfermato nel 2003. Si pone come particolarmente critico nei confronti dei partiti populisti ed euroscettici.
José Bové
José Bové era candidato per i Verdi. Si contenderà il ruolo di presidente della Commissione Europea nell’ambito del suo partito insieme alla tedesca Ska Keller. I due nomi sono stati selezionati attraverso un procedimento di primarie online, che sono durate 79 giorni e alle quali hanno partecipato 37.000 elettori. José Bové è nato nel 1953. E’ un esponente del campo no global, è stato attivista antimilitarista negli anni ’70 e ha fondato un sindacato agricolo che si batte per i diritti dei lavoratori del settore. Dagli anni ’80 si è posto come un forte oppositore nei confronti degli ogm. Dal 1995 è diventato attivista di Greenpeace. Ha partecipato ad una dimostrazione contraria al gruppo McDonald’s: il gruppo di cui faceva parte si è occupato di smantellare un negozio della nota catena di fast food. Per questo motivo il politico francese è stato 3 mesi in carcere. In tutto il mondo ha preso parte a varie azioni per difendere i diritti civili.
Ska Keller
Ska Keller nata nel 1981 e fa parte del partito dei Verdi tedeschi. Nel 2009 è riuscita ad entrare nel Parlamento di Strasburgo. E’ laureata in Scienze islamiche e parla sei lingue. Al Parlamento europeo si è interessata soprattutto di migrazione e dei rapporti che intercorrono fra l’Unione Europea e la Turchia. All’interno del suo partito ha ricoperto differenti ruoli. A lei è stata attribuita anche la funzione di portavoce del Brandeburgo.
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